Ucraina: mons. Baturi (Cei), “vicinanza della Chiesa italiana, non ci rassegniamo al comportamento inumano”

(Foto ANSA/SIR)

“Il dialogo presuppone il riconoscimento della dignità dell’altro e credere, anche contro l’evidenza, che sia possibile qualcosa di buono e di nuovo. Il dialogo scommette tutto sull’imprevisto: del senso di umanità, di una ragionevolezza finora mancata”. Lo afferma l’arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi, in un’intervista al Sir: “Il Magistero della Chiesa ha sempre indicato i grandi pilastri della pace: giustizia, libertà, amore e perdono. Non dobbiamo disperare della pace, ma fare continuamente appello all’umanità che sta in ogni uomo. Non ci possiamo rassegnare al comportamento inumano che produce solo sofferenza e morte”. Quindi il segretario generale della Cei ricorda che “la Chiesa che è in Italia è vicina all’Ucraina: a livello materiale, cercando di dare risposte concrete ai bisogni che via via emergono. Non dobbiamo stancarci però di essere profetici, condannando la violenza, invocando la pace e chiamando le cose con il loro nome. Non bisogna mai cedere, infatti, alla menzogna e all’occultamento della verità. Siamo totalmente solidali con il Papa, che chiede la pace nella giustizia. E poi non ci stanchiamo mai di pregare. Le preghiere per la pace – aggiunge mons. Baturi – animano le liturgie delle nostre comunità. Infine, è importantissimo poter raccogliere le migliori forze della cultura dell’uomo come strumento di riflessione e di unità contro la guerra”.

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