Natale 2022: mons. Soricelli (Amalfi-Cava), “chiamati a ‘riumanizzarci'”. “Siamo bellezza, opportunità, impegno, responsabilità, servizio, ricerca, orizzonte”

“Nonostante i tanti problemi che ancora appesantiscono e rallentano il cammino della solidarietà, della serenità e della pace ci sono alcune parole chiave che – nonostante tutto – possono aiutarci a leggere e rendere questi giorni veramente e doverosamente speciali”. Lo scrive l’arcivescovo di Amalfi-Cava dei Tirreni, mons. Orazio Soricelli. La prima parola è “sogno”: “Gli uomini hanno bisogno di sogni, sogni per vivere, sogni per sopravvivere. Soprattutto noi cristiani abbiamo bisogno di sogni. Quando Dio voleva qualcosa di particolare dagli uomini, lo manifestava sempre in sogno; oppure mandava un angelo. Non ci fossero sogni nella Chiesa, non ci sarebbe neppure il Vangelo”. La “lieta novella” vive “del sogno del regno divino che dovrà trionfare qui fra gli uomini. Noi cristiani viviamo del sogno, che un giorno vedremo realizzato: la promessa del Vangelo a tutti gli uomini di buona volontà. È il sogno di un mondo di fraternità nel quale tutti insieme, ma proprio tutti, contribuiranno a dare corpo al desiderio di bellezza che Dio ha preparato per ognuno di noi”.
La seconda parola è “segno”: “Non c’è persona che io veda che non sia simpaticamente indaffarato e affannato a cercare un dono, un regalo, un segno comunque di affetto, di amore, di riconoscenza per qualche altro. Siamo alla ricerca di segni che in qualche modo sappiano dare corpo ai nostri sentimenti più intimi e più speciali”.
Per il presule, “Natale così diventa per tutti il cercare di fare sintesi tra i sogni che viviamo e che infiammano il nostro cuore e i segni che non sempre riescono in pieno a raccontarci”. E, si chiede, “se il segno fossimo noi, il regalo fossimo noi stessi? Osare di presentarci a mani vuote, senza pacchetti, ma con un cuore colmo di coraggio e di speranza, colmo di ottimismo e fiducia e dire: eccomi, da oggi puoi contare veramente su di me! E se osassimo dare corpo ai nostri sogni per raccontare a chi incontriamo quanto sia speciale questa nostra vita, questa nostra storia anche se segnata e lacerata, offesa e inquieta? E se provassimo a ridire con le nostre vite ciò che un Angelo disse a Maria di Nazareth: ‘Non temere, non avere paura: sei speciale agli occhi di Dio e il tuo sì cambierà radicalmente la storia del mondo e delle persone’?”.
Infine, in questi giorni, spesso e volentieri ascoltiamo l’ormai nota frase: “A Natale si è tutti più buoni!”. Probabilmente però, “proprio questo Natale ci chiede non di essere semplicemente ‘più buoni’ quanto responsabilmente ‘più umani’; siamo chiamati a ‘riumanizzarci’. Non siamo schegge impazzite che viaggiano verso il nulla, schiacciate da un destino tiranno; siamo bellezza, opportunità, impegno, responsabilità, servizio, ricerca, orizzonte; parole queste che dipingono ognuno di noi come quel dono che il mondo aspetta”.

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