Natale 2022: mons. Lovignana (Aosta), “contempliamone con gratitudine il mistero e trasmettiamolo a qualcuno con un gesto concreto, sincero e pieno di amore”

“Contempliamo con gratitudine il mistero del Natale, viviamolo nella gioia luminosa delle celebrazioni liturgiche e trasmettiamolo a qualcuno con un gesto concreto, sincero e pieno di amore”. È l’invito espresso dal vescovo di Aosta, mons. Franco Lovignana, nel messaggio natalizio alla comunità diocesana.
“Il Natale – osserva il presule – funge oggi da catalizzatore di speranze e sentimenti positivi di ogni genere, quasi come un rito collettivo nel quale esorcizzare le negatività presenti nella storia e nella vita e ricordare che le cose potrebbero e dovrebbero andare diversamente”. “Spesso – aggiunge il vescovo – tutto ciò si riduce ad un anelito che tacita per un momento la coscienza o che allevia l’ansia e l’angoscia. Per altre persone, al contrario, ansia e angoscia diventano ancora più insopportabili, perché nei giorni di festa – e Natale è al top della lista – la solitudine si fa sentire più drammatica e aumenta il senso di abbandono, di non considerazione, di tradimento”. Mons. Lovignana esorta a contemplare “l’umiltà del presepe” che “ci invita ad ammettere che non bastano sentimenti positivi e buone intenzioni; occorre riconoscere nella fede la presenza e l’azione di Dio nell’intimo delle persone e dentro la storia degli uomini. Abbiamo bisogno che venga sollevato il velo che nasconde il livello profondo della vita e degli avvenimenti”. Da qui l’augurio che “possiamo vivere il Natale un po’ più in profondità imparando da Maria a riconoscere e adorare Gesù che è venuto nel mondo e rimane nel mondo per la nostra salvezza, per la salvezza di tutti”. Il vescovo condivide poi un secondo pensiero: nel Natale “Gesù spezza la solitudine dell’umanità”. “Auguro a tutti – prosegue – di godere della gioia della comunione ritrovata con Dio e di diventarne un raggio per altri”. “Possiamo anche noi – suggerisce mons. Lovignana – spezzare la solitudine di qualcuno compiendo un gesto semplice come una visita, una telefonata, un momento di compagnia. Possiamo far germogliare la comunione spirituale in gesti di pace, magari compiendo per primi un passo di perdono che guarisca il nostro cuore e quello di un’altra persona dal risentimento e dalla tristezza. Possiamo essere segno della speranza che viene da Dio aprendo le porte del cuore a chi si trova nella povertà, nello sconforto, nella malattia, condividendo il nostro tempo e quanto abbiamo con chi è nel bisogno”.

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