Natale 2022: mons. Massara (Fabriano e Camerino), “abbiamo bisogno di pace, va costruita con impegno, serietà e fantasia, giorno dopo giorno”

“Mi piacerebbe potessimo celebrare il Natale non come un momento tradizionale ed evanescente, caratterizzato da atteggiamenti di facciata, ma come un’occasione per tornare a fermarsi, a riflettere e ritrovare la pace del cuore e la serenità dell’anima, consapevoli che questa pace non si trova ovunque o in chiunque, ma solamente in Gesù”. Lo ha scritto mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino Marche e vescovo di Fabriano-Matelica, nel messaggio natalizio alle comunità diocesane.
“Formulare gli auguri di Natale dovrebbe essere una delle cose più semplici di questo mondo”, osserva il presule, rivelando che “invece, quest’anno sto provando tanta difficoltà, perché sento in me la fatica di chi è chiamato a trasmettere una notizia straordinariamente bella, ma si trova a doverlo fare in un tempo faticoso, scandito da tante forme di violenza: violenza tra popoli e tra noi, violenza di sentimenti, di parole e di atteggiamenti”.
Ricordando “la brutale aggressione ai danni dell’Ucraina che si protrae da quasi un anno” e i “conflitti che si combattono in ogni angolo del mondo”, l’arcivescovo sottolinea che “il Natale diventa occasione quanto mai propizia per ricordare alla nostra umanità che, se vogliamo sperimentare la gloria di Dio come nostra Pace, è indispensabile promuovere una cultura della pace formando una generazione di veri artigiani di Pace, capaci di essere ‘pacificatori’ e non solo pacifisti, coraggiosi nel condannare non solo questa o quella guerra, ma il conflitto in quanto tale, soprattutto quello invisibile e nascosto”. “Mi riferisco alle lotte tra i poveri, alle battaglie di chi è rimasto senza lavoro, ai contrasti nelle famiglie e tra le generazioni, alle guerre che riducono in miseria intere popolazioni provocando migrazioni di massa, agli abusi contro l’ambiente, alle battaglie ideologiche e così via”, spiega mons. Massara, secondo cui “abbiamo bisogno di pace tra noi e sulla nostra terra irrorata dal sangue di innumerevoli vittime di guerre e terrore; pace in ciascuna famiglia sempre più esposta alla fragilità delle relazioni e a brutalità spesso nascoste e, per questo, ancor più dolorose; pace nelle nostre comunità cristiane chiamate a testimoniare l’accoglienza fraterna, particolarmente verso chi si sente rifiutato; pace nelle nostre città e nei nostri paesi esposti al diffuso e non superato malessere sociale che alimenta risentimento o rancore verso tutto e verso tutti; pace per il nostro pianeta – nostra casa comune – sempre più sfruttato ed inquinato dal nostro esasperante menefreghismo. Abbiamo bisogno di pace e non semplicemente di starcene in pace, indifferenti a tutto ciò che non arriva a disturbarci”. “Questa pace – ammonisce – va implorata come dono di Dio, ma va anche costruita con impegno, serietà e fantasia, giorno dopo giorno, facendo germogliare la giustizia e l’amore che sono dentro di noi. Solo se sapremo trovare il coraggio di rivoluzionare la nostra mentalità, allora comprenderemo che ciò che minaccia la pace non è la guerra, ma la superbia; non i colpi di cannone, ma la mancanza di amore; non la persecuzione a causa della giustizia, ma lo svendere il nostro cuore a ciò che non è Dio”.

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