Natale 2022: mons. Sanguineti (Pavia), “un richiamo a non smarrire le ricchezze dell’umanesimo cristiano”

Di fronte alle ferite dell’oggi, dalla guerra in Ucraina ai timori per il futuro, dai conflitti in Siria e in varie nazioni dell’Africa alla violenta repressione delle manifestazioni in Iran, “il Natale, nel suo valore autentico, rappresenta una risorsa, una possibilità di ripresa, per tutti”. Lo sottolinea mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, in un editoriale pubblicato sul settimanale diocesano “Il Ticino”. Per i credenti “Natale è mistero e dono di una nascita, è inizio della presenza del Dio con noi, che ha un nome: Gesù, che adoriamo nel fragile bimbo, nato a Betlemme di Giudea, al tempo di Cesare Augusto”.
Da più di duemila anni, “questo annuncio attraversa la storia e ha segnato profondamente la cultura, l’arte, la vita sociale della nostra nazione, della nostra terra pavese. E continua a rimanere vivo attraverso uomini e donne che riconoscono la presenza di Cristo, diventano familiari con Gesù attraverso l’ascolto del Vangelo, il dono dei sacramenti, la vita della comunità cristiana”.
A partire da questo annuncio, “si è sviluppata una percezione originale dell’uomo, del suo valore e della sua dignità di persona, della famiglia, come esperienza fondamentale dell’umano, del lavoro, come attività da promuovere contro ogni forma di sfruttamento e di degradazione, della vita fragile, menomata e sofferente, come bene da servire e da amare, del dolore e della morte, come vie a una pienezza più grande della vita”.
In certo modo, osserva il presule, “celebrare il Natale è celebrare l’origine dell’umanesimo cristiano che ha reso grande la nostra civiltà, che ha posto le basi del vivere comune nelle nazioni segnate dall’eredità cristiana. Anche coloro che non professano la fede in Cristo, tuttavia non possono negare come il cristianesimo rappresenti una forza storica originale e come il volto della nostra civiltà europea dipenda radicalmente dalla presenza del messaggio cristiano”.
Natale diventa così “un richiamo a non smarrire le ricchezze di questo umanesimo cristiano, così profondamente umano, oggi deturpate dalla violenza inumana della guerra e da mille forme di egoismo personale e sociale, e messe a rischio da un nichilismo che non riconosce nessun valore assoluto, dal tentativo di sovvertire e di negare evidenze originarie dell’esperienza umana, dalla pretesa folle di inventare un ‘uomo nuovo” post e trans-umano fino a voler fare a meno dell’uomo!”.
Nel bambino di Betlemme, conclude il vescovo, “è racchiuso il destino e il futuro dell’uomo. E su questa via, come comunità cristiana, siamo desiderosi di camminare con chiunque ha a cuore un volto umano delle generazioni che verranno”.

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