Diocesi: Mileto, ordinati 3 diaconi permanenti nel penitenziario di Vibo Valentia scelto come “luogo di periferia” per annunciare il Vangelo

Alla vigilia di Natale tre diaconi permanenti della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea sono stati ordinati presso l’Istituto penitenziario di Vibo Valentia in Calabria grazie alla collaborazione della direttrice, del comandante della polizia penitenziaria e dei cappellani. A presiedere l’ordinazione diaconale è stato il vescovo Attilio Nostro, che ha scelto il carcere “luogo di periferia” per annunciare il Vangelo della gioia, della speranza e della misericordia. È stato un evento che ha portato tra le mura del penitenziario una comunità che vive il suo cammino di fede in molte realtà parrocchiali del territorio calabrese. “Un messaggio che diventa un invito a non isolare o dimenticare questi luoghi di grande sofferenza e che in questo triste anno hanno visto il drammatico primato di suicidi. Una Chiesa che, grazie al suo pastore, vive questo gioioso evento di fede in carcere diventa, per tutti coloro che sono privati della loro libertà personale a causa dei reati commessi, una carezza materna della Chiesa che è madre ed accoglie tutti”, ha commentato don Raffaele Grimaldi, ispettore generale dei cappellani delle carceri d’Italia, che ha presenziato all’ordinazione diaconale. “L’evento liturgico assume un segno denso di significato proprio in occasione della preparazione al Natale, facendo scoprire con maggiore forza che Gesù si incarna e si nasconde nelle ferite di una umanità troppo spesso marchiata dal pregiudizio e dalla condanna verso coloro che con giudizio vedono le fragilità e il peccato altrui – ha aggiunto il sacerdote -. Negli anni del suo pontificato, Papa Francesco ha visitato le carceri in più occasioni e ha lavato i loro piedi quale gesto simbolico di purificazione dal fango delle loro miserie umane. Come i pastori, incoraggiati e illuminati dallo stesso gesto del Pontefice, i diaconi si sono chinati davanti ai piedi dei ristretti facendosi annunciatori di misericordia”. Don Grimaldi conclude con un auspicio: “La speranza è quella che, anche in altre diocesi, si possano ripetere altri momenti ecclesiali celebrativi al fine di stimolare coloro che vivono la vita intramuraria riscoprire nel loro cuore la ‘nostalgia di un Dio che si fa carne’. L’auspicio è che dal carcere di Vibo Valentia possa raggiungere tutti il messaggio di pace e che gli istituti penitenziari possano diventare sempre più luoghi nei quali si vive l’umanità e la misericordia. Luoghi accoglienti senza vivere con la paura dell’altro; luoghi aperti per accogliere la comunità esterna affinché si possano sanare ferite e guarire, così, dal pregiudizio e dal facile giudizio; luoghi nei quali la comunità incontrando il reo non dimentichi le vittime. In questo tempo così difficile è necessario lavorare a vari livelli sulla persona umana affinché. riacquistando la libertà, i detenuti siano accolti senza pregiudizi!”.

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