Papa Francesco: Angelus, “anche il più grande credente attraversa il tunnel del dubbio”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Anche il più grande credente attraversa il tunnel del dubbio”. Così il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha anche benedetto i bambinelli delle parrocchie e delle famiglie romane, ha attualizzato la figura di Giovanni il Battista, “assalito dal dubbio” su Gesù, mentre era in carcere. “E questo non è un male, anzi, talvolta è essenziale per la crescita spirituale”, ha spiegato Francesco: “Ci aiuta a capire che Dio è sempre più grande di come lo immaginiamo; le opere che compie sono sorprendenti rispetto ai nostri calcoli; il suo agire è diverso, sempre, supera i nostri bisogni e le nostre attese; e perciò non dobbiamo mai smettere di cercarlo e di convertirci al suo vero volto”. Poi la citazione di “un grande teologo”, Henri de Lubac, che diceva che Dio “occorre riscoprirlo a tappe… talvolta credendo di perderlo”.  “Così fa il Battista”, ha spiegato il Papa: “Nel dubbio, lo cerca ancora, lo interroga, ‘discute’ con Lui e finalmente lo riscopre”. In questo modo, “ci insegna insomma a non chiudere Dio nei nostri schemi”: “Questo è sempre il pericolo, la tentazione: farci un Dio a nostra misura, un Dio per usarlo. E Dio è altra cosa”.
“Mai si sa tutto su Dio, mai!”, il monito a braccio di Francesco: “Magari abbiamo nella testa un Dio potente che fa ciò che vuole, anziché il Dio dell’umile mitezza, il Dio della misericordia e dell’amore, che interviene sempre rispettando la nostra libertà e le nostre scelte. Magari viene anche a noi da dirgli: ‘Sei davvero tu, così umile, il Dio che viene a salvarci?’. E può capitarci qualcosa di simile anche con i fratelli: abbiamo le nostre idee, i nostri pregiudizi e affibbiamo agli altri – specialmente a chi sentiamo diverso da noi – delle rigide etichette”. “Dio sempre stupisce”, ha ribadito il Papa citando uno degli argomenti trattati dalla trasmissione di Rai Uno “A sua immagine”: “Dio sempre è Colui che suscita in te lo stupore. Un tempo – l’Avvento – in cui, preparando il presepe per il Bambino Gesù, impariamo di nuovo chi è il nostro Signore; un tempo in cui uscire da certi schemi, da certi pregiudizi verso Dio e i fratelli. L’Avvento è un tempo in cui, anziché pensare ai regali per noi, possiamo donare parole e gesti di consolazione a chi è ferito, come ha fatto Gesù con i ciechi, i sordi e gli zoppi”.

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