(Gerusalemme) Una delle più grandi operazioni umanitarie intraprese nel XXI secolo per salvare la vita di centinaia di migliaia di persone ritrovatesi sfollate e rifugiate dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Così Yael Eckstein, presidente e amministratore delegato di “International Fellowship of Christian and Jews” (Ifcj) ha definito l’impegno della sua organizzazione – fondata nel 1983 dal rabbino Yechiel Eckstein per realizzare la sua visione di costruire ponti di comprensione e di cooperazione tra cristiani ed ebrei – verso la popolazione ucraina. Yael Eckstein ha partecipato oggi al 6° Summit dei media cristiani, evento promosso dal ministero degli Esteri di Israele e dall’Ufficio stampa del Governo israeliano (Government Press Office, Gpo), cui partecipano circa 100 giornalisti da tutto il mondo. Nel suo intervento la presidente ha ricordato che “per aiutare la comunità ebrea di Ucraina la Fellowship ha raccolto, grazie a 600mila donatori, oltre 23 milioni di dollari che sono serviti per fornire alloggi, rifugi, cibo, medicine, salvataggi alle frontiere e per riportare ad oggi 4.500 rifugiati ebrei in Israele. Si stima che ad oggi siano state fornite oltre 100 tonnellate di aiuti umanitari. Operatori umanitari, inoltre, assistono sul campo i rifugiati accompagnandoli anche per le questioni burocratiche”. Previsto un forte impegno anche per l’inverno dopo che un sondaggio Ifcj su centinaia di ebrei ucraini ha rilevato che il 97% teme di non avere abbastanza mezzi e abiti pesanti per sopravvivere al freddo. Ulteriore sostegno finanziario sarà destinato a pasti caldi, stufe e altri mezzi per combattere le temperature gelide, nonché forniture mediche nelle aree di Kyiv, Odessa, Lviv e Dnipro. Il ponte immaginato dal rabbino Yechiel Eckstein, con i valori di mutua responsabilità, continua a essere presente nella società israeliana”.