Cattolici in politica: Faenza, promosso dalle diocesi romagnole un incontro in Seminario con Zamagni

Una serata per riflettere sull’impegno politico dei cattolici e indicare alcuni ambiti sui quali agire concretamente per ritrovare rappresentatività e massa critica per incidere. È stato questo il tema dell’incontro avvenuto nei giorni scorsi nel Seminario a Faenza, con Stefano Zamagni, economista e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali. La serata, aperta dai saluti del vescovo di Faenza-Modigliana, mons. Mario Toso, è stata l’occasione per riflettere su diversi aspetti: dal ruolo dei cattolici in Parlamento all’equilibrio tra diritti e doveri dei cittadini fino all’importanza del pensiero cattolico per superare l’estremo individualismo verso cui tende la società contemporanea. L’incontro è stato promosso dalle diocesi di Faenza-Modigliana, San Marino Montefeltro, Imola, Cesena-Sarsina, Forlì-Bertinoro e l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia.
“Associazioni e movimenti di ispirazione cristiana fanno bene a scendere in piazza per esprimere il proprio pensiero – ha esordito Zamagni – ma questo non basta per incidere nella società. Chi ha effettivamente in mano le regole del gioco, in una democrazia liberale, è il Parlamento, ed è qui che il pensiero cattolico deve arrivare”. È infatti in questa sede che si approvano e modificano le leggi. “Spesso si dice che i cattolici siano assenti dalla politica – ha proseguito l’economista -, ma non è vero. Nell’attuale Parlamento il 40% degli eletti si professa cattolico. Eppure non sono capaci di incidere all’interno dei propri partiti politici”. In sintesi “nel contesto politico non mancano tanto i cattolici, ma un pensiero cattolico capace di incidere”. La riproposizione di un partito cattolico sul modello della Dc oggi per Zamagni “non avrebbe senso”. Una possibile risposta sarebbe la proposta di un partito laico ma di matrice valoriale cattolica. Su questa base è nato per esempio “Insieme”, che vede tra i fondatori lo stesso Zamagni e che si candiderà alle regionali di Lombardia e Sardegna.
La grande sfida oggi, nella società del pluralismo secondo l’economista, è “riuscire a creare una reale comunanza etica. Nessuna società infatti, è capace di durare nel tempo se non ha un sistema comune di principi e di valori nei quali tutti concordano. Il pluralismo, se non tende verso la comunanza etica, trasforma la società nel caos. Non è un caso la disaffezione alla politica degli ultimi anni. Ecco allora che qui devono avere un ruolo i cattolici: altri pensieri politici non possono o non vogliono proporre questa comunanza etica. Il cattolico ha questa visione di convergenza legata al bene comune. Mentre invece nel mondo contemporaneo domina un’altra corrente, quella del singolarismo”. A quest’ultimo il cattolicesimo invece può offrire un’alternativa concreta, nel segno di un neo-umanesimo, che non deve essere relegato “solo agli aspetti di aiuto sociale e delle Caritas”. Tra gli ambiti nei quali per Zamagni è necessario cambiare fin da subito la rotta in primis c’è la scuola.

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