Strage Ardea: Beretta (Opal), “ogni licenza armi andrebbe rinnovata annualmente con obbligo esami tossicologici e valutazione salute mentale”

“Ogni licenza per armi dovrebbe essere rinnovata almeno annualmente, e per ottenerla e rinnovarla andrebbero resi obbligatori esami tossicologici e una valutazione clinica sullo stato di salute mentale del suo detentore”. Non ha dubbi Giorgio Beretta, analista dell’Osservatorio sulle armi leggere e le politiche di sicurezza e difesa (Opal) di Brescia, che in un’intervista al Sir, dopo la strage di Ardea, spiega quanto purtroppo sia semplice ottenere una licenza per detenere legalmente armi in casa ed auspica norme più restrittive. “A qualsiasi cittadino italiano, che non sia incorso in condanne superiori a tre anni o abbia commesso delitti specifici contro lo Stato o l’ordine pubblico, esente da malattie nervose o psichiche, non alcolista o tossicodipendente, è consentito di ottenere una licenza dopo aver superato un semplice esame di maneggio delle armi”. Inoltre, “a parte la licenza di porto d’armi per difesa personale, tutte le altre licenze (tiro sportivo e attività venatoria) hanno una validità di cinque anni: un periodo in cui una persona può incorrere in disturbi mentali, di personalità o comportamentali ma di cui le autorità non hanno, generalmente, alcuna conoscenza”.
Nel caso in cui un legale detentore sia sottoposto ad un trattamento sanitario per un disturbo psichico, la licenza viene sospesa, viene avviato l’iter per la revoca ed è previsto il ritiro cautelativo delle armi, ma c’è un problema, spiega Beretta: “Oggi le autorità di pubblica sicurezza non hanno modo di sapere se una persona, che già detiene una licenza per armi, incorra poi in disturbi psichici” perché “i medici di base e le Asl non possono comunicarlo alle Questure”. Per prevenire ulteriori stragi, avverte, “vanno certamente migliorate le comunicazioni tra uffici dell’anagrafe, uffici sanitari e autorità di pubblica sicurezza per poter incrociare i dati. Ma il problema va affrontato alla radice: non è pensabile che si possano detenere armi fino ad età avanzata per poi lasciarle agli eredi e soprattutto che, a fronte del gran numero di omicidi commessi da legali detentori di armi, siano mantenute le norme attuali”.

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