Card. Parolin: “ritornare al significato primordiale di economia, nata a servizio del bene comune e non per essere predatoria”

“È quanto mai essenziale ritornare al significato primordiale di economia, nata a servizio del bene comune e non per essere predatoria. Un’economia che non verta più sulla cultura antieconomica dello scarto, ma sulla circolarità, sulla solidarietà, sulla rinnovabilità e sulla resilienza”. Lo ha detto il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, intervenendo al Festival dell’Ecologia integrale organizzato a Montefiascone (Vt) dall’Associazione Rocca dei Papi sul tema: “Nel Creato tutto è in relazione: ritrovare i legami”. “Sono oramai molteplici – ha spiegato il porporato – le voci che si ergono per portare a compimento questi nuovi modelli economici. Basti pensare ai processi volti a rispondere all’impatto della pandemia, attraverso i cosiddetti ‘recovery plan’, oppure al grave e preoccupante fenomeno del cambiamento climatico, mediante le strategie di attuazione nazionali e internazionali dell’Accordo di Parigi”. Quello attuale, ha rimarcato, è “un periodo storico di transizione non solo energetica oppure ecologica, o economica; ma una transizione volta a consolidare i legami interni alla nostra società proprio sulla base della consapevolezza che nel Creato tutto è in relazione”. Un processo di transizione che porti anche “a un nuovo concetto di sicurezza volto a consolidare una pace giusta e duratura”. Assicurare pace, sicurezza e stabilità è, secondo il card. Parolin, “un obiettivo multidimensionale ed interdipendente che comprende aspetti non solo legati alla sfera politico-militare, ma anche relativi ai diritti umani, allo stato di diritto, alle condizioni economico-sociali ed alla protezione dell’ambiente”. “Sfide globali come la pandemia o il cambiamento climatico, che non conoscono frontiere – ha aggiunto – rendono insufficienti investimenti in armamenti per assicurare la sicurezza all’interno dei propri confini. Si può pensare anche qui a una transizione: dalla sicurezza ‘militare’ alla sicurezza ‘integrale”. Tali sfide richiedono, “un importante passaggio: dalla competizione e concorrenza alla cooperazione, fondata sulla priorità della tutela della dignità personale e della promozione della vita umana, attraverso il dialogo, il multilateralismo, la fiducia reciproca e le misure di rafforzamento di questa stessa fiducia. Un dialogo dunque non limitato a un semplice scambio di idee, ma che sia focalizzato sul desiderio di lavorare insieme e di camminare insieme. Ben oltre, quindi il solo andare oltre il negazionismo, attraverso una maggiore comprensione reciproca dei fatti, ma soprattutto oltre l’indifferenza”. Ne deriva la necessità di “un ambio di rotta ispirato a una vera e propria conversione ecologica”. Sfida non facile, ha ammesso il porporato, ma “non mancano segnali di speranza. La velocità con la quale si è riusciti a produrre e a diffondere il vaccino anti-Covid rappresenta un esempio di come sforzi collaborativi tra mondo scientifico, politico e della società civile possano giungere a importanti e talvolta insperati traguardi se vi sono reale volontà di azione e consapevolezza dell’urgenza di agire. Certo, nel caso del vaccino anti-Covid è necessario favorire con maggiore alacrità un accesso ad esso anche da parte delle comunità in aree geografiche e situazioni concrete che hanno minori risorse”. “È il momento di agire, passando dalle parole ai fatti” ha avvertito il Segretario di Stato che ha annunciato impegni importanti assunti dalla Santa Sede “per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico: ridurre a zero le emissioni nette entro il 2050 e promuovere un’educazione all’ecologia integrale”. “Ripensare il mondo in cui viviamo – è stata la conclusione – può essere fatto sulla base della valorizzazione del legame operato dall’Amore, fondato sul valore della fraternità e realizzato attraverso un’attuazione dell’ecologia integrale che operi all’interno di un’accresciuta consapevolezza dei limiti da rispettare. Ciò può avvenire mediante un dialogo volto a ‘camminare insieme’ favorendo un cambiamento di rotta che porti la nostra generazione ad essere la ‘generazione del ripristino’, ricostruendo i legami e le relazioni che abbiamo danneggiato per troppo tempo”.

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