Brasile: avanza in Parlamento la legge che elimina le demarcazioni indigene. Il Cimi denuncia la repressione contro manifestanti

La Commissione Costituzione e Giustizia della Camera brasiliana ha approvato, con 40 voti a favore e 21 contrari, sancendone la costituzionalità, il disegno di legge 490/2007, bandiera del presidente Bolsonaro e dei grandi proprietari agricoli. Se approvato definitivamente, il provvedimento in pratica renderà irrealizzabili le demarcazioni territoriali, consentirà l’annullamento dei territori indigeni, esponendoli a progetti minerari, di infrastrutture e grandi centrali idroelettriche. La votazione è avvenuta martedì, in un clima di tensione in aula (con una battaglia su requisiti di costituzionalità e questioni procedurali) e fuori. Un migliaio di indigeni, in rappresentanza di una cinquantina di etnie, sono infatti scesi a Brasilia e hanno denunciato una violenta repressione, condotta anche su anziani, donne e bambini. Già nella giornata di ieri il dibattito si è spostato in aula e prosegue l’agitazione degli indigeni e di varie organizzazioni.
In una nota, il Consiglio indigeno missionario (Cimi), affiliato alla Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, si “rammarica profondamente” sia per il voto in Commissione parlamentare sia per la repressione: “Causa stranezza e indignazione tale brutalità dispensata contro un gruppo di rappresentanze indigene, tra cui anziani, donne e bambini, venuti da tutte le regioni del Paese per essere presenti a Brasilia e manifestare pacificamente in difesa dei loro diritti costituzionali. Il diritto di manifestare è una prerogativa costituzionale, un diritto fondamentale di ogni cittadino brasiliano. Questo diritto, così come i diritti indigeni previsti dalla nostra Carta politica del 1988, è una clausola permanente e non può essere limitata o modificata dal Congresso nazionale. Due diritti che non potevano essere riformati vengono brutalmente repressi”. Da un lato, dunque, secondo il Cimi, c’è il diritto di manifestare dei popoli indigeni, duramente attaccato. E, dall’altro, il diritto costituzionale dei popoli indigeni alla delimitazione e all’usufrutto esclusivo delle terre da loro tradizionalmente occupate, “sfigurate da questa proposta legislativa, incostituzionale anche nella sua forma, che ha come obiettivo l’esplorazione e l’appropriazione delle terre indigene”.

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