Vittime abusi: mons. Ghizzoni (Cei), “chiediamo perdono. Siamo pronti ad ascoltarvi e accompagnarvi”

“Pregare per le vittime degli abusi, per coloro che hanno ricevuto sulla propria pelle e nel proprio cuore ferite così gravi. Ci vogliamo fare carico di questi dolori, chiedendo perdono. Ma vogliamo nello stesso tempo che questa iniziativa aumenti la coscienza e la responsabilità di tutto il popolo di Dio nei confronti dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti affidati alla nostra custodia in tutti i nostri ambienti, dalle parrocchie agli oratori e alle scuole”. Così mons. Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo di Ravenna-Cervia e presidente del Servizio nazionale della Cei per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili, presenta al Sir la prima Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti che si celebra oggi, giovedì 18 novembre. Varie sono le iniziative promosse a livello locale dalle diocesi. A Bolzano, per esempio, si terrà un convegno dal titolo: “Coraggio parliamone! Opportunità e sfide per elaborare l’abuso di potere e di violenza” dove parteciperanno anche persone che hanno vissuto esperienze di abuso. A Piacenza in duomo si svolgerà una veglia di preghiera con il vescovo, mons. Adriano Cevolotto, mentre a Cuneo la Giornata si vivrà domenica 21 novembre e viene presentata come un’iniziativa che “indica la volontà della Chiesa italiana di ribadire e proseguire nella svolta di trasparenza e di ‘parresia’ in nome del Vangelo confermata dalle decisioni di questi ultimi anni”. A Bologna si presenta alla città il Servizio diocesano con un convegno con il card. Zuppi, mentre domenica si vivrà la preghiera nelle comunità. Per la Giornata di oggi, mons. Ghizzoni rivolge una parola alle vittime, agli abusatori ancora nascosti e alle comunità cattoliche in Italia. “Alle vittime – dice – chiediamo perdono ed esprimiamo tutta la nostra vicinanza umana e soprattutto disponibilità ad accogliere la loro esperienza, ascoltare la loro storia e accompagnarle secondo le loro esigenze. Agli abusatori, invece, direi questo: qualunque cosa sia successa nella vostra vita, venite fuori, chiedete aiuto, parlate con degli esperti e affidatevi ad un accompagnamento psicologico e spirituale. Da soli non ne uscirete mai”. Infine un appello alle comunità: “Il Papa ci chiede di reagire tutti insieme perché per rendere sani e sicuri i nostri ambienti e le nostre attività bisogna che tutti facciano la propria parte”.

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