Pena di morte: Comunità di Sant’Egidio, “soddisfazione della comunità per il nuovo passo avanti dell’Onu verso l’abolizione”

“Nell’anno più difficile dal dopoguerra, la grande maggioranza dei Paesi del mondo si è schierata contro la pena di morte. Il voto di ieri all’Assemblea generale dell’Onu conferma, per gli abolizionisti, un trend in crescita per l’ottava volta dal 2007, con 123 voti favorevoli alla moratoria universale (2 in più rispetto all’ultima votazione), 38 contrari e 24 astenuti”. Lo afferma la Comunità di Sant’Egidio in una nota nella quale viene sottolineato che questo risultato “non era scontato, nell’anno della pandemia, segnato da forti generosità, ma anche forti chiusure, e anche dalla ripresa elle esecuzioni federali decisa dall’amministrazione americana a ridosso delle elezioni, dopo 17 anni di moratoria, e la conferma di sei esecuzioni prima del passaggio di consegne al presidente eletto Joe Biden, che promette una svolta importante”.
Sant’Egidio, che in questi mesi ha dialogato con diversi Paesi per giungere ad un risultato positivo, “si rallegra per le decisioni di gran parte dell’Africa e di tutti quegli Stati che hanno permesso questo nuovo passo avanti. È il frutto di un paziente lavoro multilaterale, a più livelli, che sta accompagnando un cambiamento epocale”. “Basta pensare che – viene ricordato – si è passati da un’opposizione alla pena di morte di appena 16 paesi negli anni ‘70 agli attuali 142 che non la usano più, per legge o di fatto, e al risultato di ieri all’Onu”.
La Comunità di Sant’Egidio si congratula in particolare con l’Africa, che traina il cambiamento, con un prezioso lavoro svolto in sinergia, fra gli altri, con Burkina Faso, Centrafrica, Repubblica del Congo e Guinea Conakry, e registra con favore lo slittamento del voto di Zimbabwe e Sud Sudan da contrario all’astensione, frutto di contatti diretti. In Asia, la ricaduta dell’azione sensibilizzatrice con Corea del Sud, Malesia e Filippine, ha contribuito, insieme ad altri attori, al voto favorevole alla moratoria. “Nei Paesi a contesto multi-religioso quali l’Indonesia, è risultato importante l’approccio di Sant’Egidio attraverso il dialogo e una particolare attenzione alle diverse comunità religiose”, conclude la nota.

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