Natale 2020: mons. Nosiglia (Torino e Susa) a operatori sanitari, malati e anziani, “nessuno deve sentirsi solo e abbandonato”

“A Natale nessuno deve sentirsi solo e abbandonato, perché il Figlio di Dio viene a salvarci”. Lo ribadisce mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino e amministratore apostolico di Susa, nel messaggio natalizio agli operatori sanitari, ai malati degli ospedali e ai ricoverati nelle Rsa.
Le prime parole dell’arcivescovo sono rivolte agli operatori sanitari e assistenziali, ai quali “anzitutto desidero esprimere dal profondo del cuore i più vivi ringraziamenti per l’amore e la competenza professionale, ma anche per l’umanità, che contraddistinguono il vostro servizio, svolto in questo tempo della pandemia con la massima generosità nella cura e vicinanza verso ogni persona ricoverata”. “Cari medici, infermieri, cappellani, personale amministrativo e assistenti sanitari, il vostro sacrificio, insieme alla riconosciuta competenza nel curare i pazienti, è certamente benedetto dal Signore e dai malati, dai degenti e dai loro familiari”, assicura mons. Nosiglia, certo che Gesù, “che non si lascia mai vincere in generosità, saprà aiutarvi nel vostro servizio e nella fatica che dovete sostenere, ma anche nella vostra vita di famiglia, per mostrarvi quanto apprezza il vostro impegno, che è una testimonianza concreta ed efficace del suo stesso amore verso i suoi prediletti, come sono i ricoverati, con cui avete a che fare ogni giorno”.
Rivolgendosi poi a malati ed anziani, l’arcivescovo sottolinea che “il Natale è festa di gioia e di pace per tutti gli uomini e lo è soprattutto per voi”. “Il Signore è sempre vicino a voi e vi abbraccia con amore”, prosegue Nosiglia. “Il Figlio di Dio viene a salvarci”, aggiunge, “ci salva dal timore del domani e dalle paure che ci inquietano, dallo scoraggiamento che penetra dentro l’animo di ogni persona, quando vive situazioni di precarietà come le vostre”. “Aprite dunque il vostro cuore alla speranza che mai deve venire meno, perché Gesù è nato per voi”, l’esortazione dell’arcivescovo. “Egli – evidenzia – non ha solo parole di consolazione, ma opera anche mediante quelle persone che vi aiutano e vi sono vicine ogni giorno. Voi siete per tutti i portatori di una presenza che dona coraggio e forza ed è appunto quella del Signore Gesù, che si fa piccolo e povero, infermo e bisognoso non solo di cure appropriate, ma di umanità e di vicinanza”.

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