Messaggio Papa Giornata mondiale della pace: Jeangey e Kerhuel, urge una “grammatica” dei diritti umani

Un aspetto del diritto internazionale che il Santo Padre menziona nel suo messaggio per la Giornata mondiale della pace 2021 è il diritto internazionale umanitario. “La Santa Sede è parte dei principali accordi internazionali in materia e moltiplica gli appelli non solo affinché questa preziosa branca del diritto internazionale venga rispettata ma anche affinché le regole che esso contiene trovino, là dove necessario, un adeguato sviluppo, per poter rispondere al meglio alle sfide poste dai conflitti armati contemporanei, specialmente quelli che coinvolgono attori armati non statali”. Lo ha detto Christine Jeangey, officiale del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, intervenuta alla presentazione del messaggio del Papa per la Giornata mondiale della pace. Fra le priorità della Santa Sede, la relatrice ha richiamato “la protezione di coloro che sono detenuti per ragioni connesse ai conflitti armati e quella degli operatori umanitari, anche con riguardo al personale religioso civile ed ai luoghi di culto, che troppo spesso sono oggetto di attacchi mirati, perfino durante le celebrazioni religiose, con numerose vittime tra i fedeli e i ministri”. Accanto a questi argomenti, per Jeangey, “merita di essere ricordata l’urgente esigenza di porre un termine alla piaga del coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati e a quella dello stupro come arma di guerra, del quale sono vittime principalmente le donne, che, invece, dovrebbero essere valorizzate come agenti della riconciliazione e della pace”.
Nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, ha fatto notare Anne-Julie Kerhuel, della Seconda Sezione della Segreteria di Stato, molto spazio viene dato alla “grammatica” dei diritti umani, che per Francesco non vanno interpretati “in modo individualistico e soggettivo”, ma “tenendo presente la persona come un essere in relazione, protagonista della convivenza e le cui azioni possono avere un impatto sulla vita e sull’esercizio dei diritti degli altri”. “Insistendo sulla cultura della cura – ha commentato la relatrice – Papa Francesco ci pone di fronte a ciò che costituisce un imperativo per ogni società umana impegnata nel cammino della pace. L’obiettivo è quello di favorire un ambiente inclusivo in cui ogni persona, uomo o donna, possa sviluppare e promuovere pienamente la cultura della cura come cammino verso la pace”.

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