Pasqua: mons. Delbosco (Cuneo e Fossano), “dal Risorto abbiamo bisogno di imparare ad amare, a servire, a condividere, ad essere liberi e a fare pace”

“Il Signore ci doni occhi puliti e un cuore fatto di carne capace a commuoversi, libero da compromessi e aperto verso coloro che fanno più fatica. Da lui abbiamo bisogno di imparare ad amare, a servire, a condividere, ad essere liberi e a fare pace”. È l’augurio espresso da mons. Piero Delbosco, vescovo di Cuneo e Fossano, nel messaggio pasquale pubblicato sul nuovo numero dei settimanali diocesani “La Guida” e “La Fedeltà”.
“Pace a voi”, ricorda il presule, “è l’augurio del Signore risorto rivolto a quanti hanno avuto la fortuna di vederlo, di toccarlo”. Un’esperienza attraverso la quale “quasi improvvisamente la vita dei primi discepoli cambia; dalla paura e dallo smarrimento escono fuori con decisione e con coraggio dimenticando le loro paure con la certezza che il Risorto, il Signore, è con loro”. “Se fossero rimasti fermi in quel cenacolo noi non saremmo qui, tutto sarebbe finito mestamente”, osserva il vescovo, aggiungendo che “i testi del Nuovo testamento, in particolare i Vangeli e gli Atti, ci parlano di alcuni di loro senza riportarci nel dettaglio le loro azioni ma sottolineando la loro convinzione: Gesù è stato ‘di parola’!”. “Anche quest’anno le nostre chiese sono addobbate a festa, ascoltiamo il suono festoso delle campane e risuona ancora una volta per tutti l’augurio: ‘Pace a voi’”, prosegue il vescovo, ammonendo: “Non c’è pace se penso che solo io ho ragione. Non c’è pace se rifiuto il dialogo e il confronto. Non c’è pace se risuonano i rumori terribili delle armi che solo distruggono. Non c’è pace se scarico le mie responsabilità sugli innocenti e sui più poveri. Non c’è pace se covo rancori e odi verso qualcuno. Non c’è pace se sono violento anche solo con le parole. Non c’è pace se faccio trionfare i miei interessi a qualsiasi prezzo. Non c’è pace se mi tappo gli occhi e le orecchie per non vedere e non sentire le grida di chi è disperato e non ce la fa più. Non c’è pace se adoro il denaro, gli averi e le proprietà”. “Come con i discepoli – sottolinea mons. Delbosco – anche con noi il Risorto usa pazienza. Ci invita a risollevare lo sguardo e a non pensare solo a se stessi”. “Signore – conclude il vescovo –: se è possibile continua ad essere dirompente anche con noi; un giorno, forse, ci stancheremo della nostra inerzia e qualcosa cambierà, dimenticheremo le nostre paure con la certezza del tuo aiuto perché tu sei con noi”.

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