Settimana Santa: mons. Pennacchio (Fermo), “non è un ‘devoto ricordo’ ma un lasciarci coinvolgere perché la nostra vita ne venga trasformata”

“Come vivere questa Grande Settimana? Partecipando alla liturgia, cioè ‘prendendo parte’, perché nella liturgia, lo Spirito Santo ci rende contemporanei a Gesù e agli ultimi giorni della sua vita terrena. Celebrare non è un ‘devoto ricordo’ ma un lasciarci coinvolgere perché la nostra vita ne venga trasformata. Se ci lasciamo ferire nel profondo dalla Parola, ci chiederemo: ‘Io, di fronte a questo grande amore, come reagisco?’, ‘Quanti tradimenti, quante incertezze nella fede, quanto egoismo ancora mi pervade…’, ‘In cosa deve cambiare la mia vita?’”. Lo ha scritto l’arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, in una lettera alla diocesi alla vigilia della Settimana Santa.
Un’occasione, sottolinea il presule, in cui “siamo invitati a rinnovare la fede nel Crocifisso che, attraverso la sua morte ci donerà la nuova vita da risorti. Sarà la Settimana Santa ad accompagnarci in questo cammino”. “Quando, con la morte di Gesù, tutto sembrerà irrimediabilmente perduto e le speranze ormai svanite, nel silenzio del Sabato Santo ci affideremo alla fede di Maria, e attenderemo con Lei nella Veglia Pasquale l’imprevedibile novità della risurrezione”, prosegue l’arcivescovo, aggiungendo che “la pietra ribaltata dal sepolcro (cfr. Gv 20,1) rimetterà in movimento la storia nella direzione della vita che sconfigge la morte per sempre. La grandezza di questa settimana è proprio qui: il sepolcro vuoto, che illumina e dà senso a tutti i giorni precedenti”. “‘Partecipare’ alla Settimana Santa – spiega mons. Pennacchio – vuol dire tutto questo: compenetrare il nostro animo nel mistero di Cristo grazie alla liturgia, lasciandoci guidare da Lui perché il nostro cuore sia convertito e assimilato sempre più al Suo”. “Lasciamoci incontrare dalla Parola e dai riti dei prossimi giorni”, l’esortazione dell’arcivescovo, che suggerisce l’atteggiamento adatto: “Con il cuore aperto allo stupore, certi che ‘celebrare’ può cambiare la vita. Il Signore farà della sua Pasqua la nostra Pasqua: se saremo rimasti con Lui nel buio della Passione, rinasceremo con Lui alla Luce della risurrezione”.

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