Autismo: fr. Schneider, “Dio chiama ognuno all’orazione”

“Dio chiama ognuno all’orazione e l’autismo non fa niente per negarlo. Gesù ci ama per come siamo e sta qui per noi in ogni momento”. Lo ha detto fr. Matthew P. Schneider, sacerdote, teologo e docente affetto dalla sindrome di Asperger, questa mattina durante il webinar dal titolo “Autismo e spiritualità: anche voi siete i buoni samaritani”. L’evento, promosso dal Servizio nazionale per la pastorale delle Persone con disabilità della Cei, si svolge in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo che si celebra domani. Il sacerdote canadese, cha ha studiato in Italia prima di stabilirsi a Boston dove insegna, ha pubblicato nel 2022 un libro sulla preghiera autistica. La diagnosi per lui, come racconta, è arrivata quando era già stato ordinato prete, intorno ai trent’anni. “Sebbene – ha affermato – alcuni pensino che non sia possibile, noi autistici possiamo pregare”, difatti il “Catechismo ci dice che tutti gli uomini possiamo pregare”. Analizzando le particolarità nella preghiera autistica, il sacerdote ha aggiunto: “Ci piace la normalità, non ci piace il cambiamento. Le orazioni vocali di ogni giorno possono dare un ritmo abituale per comunicare con Dio. Mi piace che nella mia comunità abbiamo le stesse orazioni di mattina ogni giorno. La regolarità della liturgia può aiutarci allo stesso modo”. Anche il dondolio durante la preghiera può essere uno strumento utile: “per noi autistici – ha spiegato –, il raccoglimento può avvenire più con i movimenti, quindi è il modo della nostra preghiera”. Inoltre gli autistici e le persone con disturbi dello spettro autistico sono più attenti ai dettagli che alla visione generale. Ciò comporta che “l’orazione sia più una attività intellettuale e non emozionale com’è per la maggioranza dei non-autistici”. Riguardo alla confessione, Schneider suggerisce alle persone affette da autismo di “farlo per iscritto, con le mani o scegliere fra una lista. Molti autistici – ha concluso – possono avere più pace nel fare la confessione in questi modi e dobbiamo permetterli”.

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