Consiglio permanente: Cei, “no a strategie, ma essere lievito che fermenta la società”

Il contributo della Chiesa alla società di oggi in termini di proposta, azione pastorale e capacità di tessere relazioni con il mondo civile è stato il perno della riflessione del Consiglio episcopale permanente, che si è svolto dal 23 al 25 gennaio a Roma, sotto la guida del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei.
Dopo aver espresso unanime apprezzamento per le parole del cardinale presidente, i vescovi hanno condiviso l’appello a porre fine alla “terribile guerra” in Ucraina e ad “affrontare seriamente gli altri conflitti aperti”, operando nello spirito della “Pacem in Terris” di cui quest’anno ricorre il 60° anniversario dalla pubblicazione (11 aprile 1963). I membri del Consiglio permanente si sono poi soffermati sui diversi temi presentati dal presidente nell’introduzione e, in particolare, su quello della “minoranza creativa” (espressione con cui Benedetto XVI aveva definito la Chiesa) e della sua connessione con la visione di “Chiesa di popolo” suggerita da Papa Francesco. “Se il termine ‘minoranza’ mette in rilievo un dato incontrovertibile – riferisce il comunicato finale -, l’aggettivo ‘creativa’ apre a nuove possibilità di presenza e di impegno. La creatività, infatti, implica la libertà di parlare con coraggio, con voce profetica ispirata dal Vangelo, con una prospettiva missionaria e ripensando anche le strutture ecclesiali. Non si tratta di inventare strategie, ma di essere lievito che fermenta la massa; non di fare proseliti, ma di investire nella formazione, aiutando le persone e le Istituzioni a riflettere e a dialogare. Per questo, occorre coniugare la creatività con l’unità: davanti alla frammentazione e alle lacerazioni che rischiano di sfilacciare il tessuto sociale, la Chiesa è chiamata ad essere un segno di unità al suo interno e nel Paese. Solo così sarà possibile rispondere alle sfide attuali, soprattutto a quelle riguardanti la scuola, la salute, il lavoro e lo sviluppo”.
Nel dialogo, i vescovi hanno puntato l’attenzione sull’educazione, nella consapevolezza che il mondo scolastico e quello universitario costituiscono un’area che intercetta le domande di senso e che, come ha ricordato il cardinale presidente, rappresentano il “laboratorio del futuro di un Paese, in cui si prepara il domani e dove vanno investite le energie migliori e le risorse necessarie”. “In questo orizzonte, va valorizzato e sostenuto il ruolo delle scuole cattoliche, molte delle quali vivono attualmente situazioni di grande sofferenza”.

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