Città metropolitane: Nardella (Anci), “no all’elezione diretta, sarebbe solo fonte di costi e complicazioni inutili”

“Parlare di elezione diretta del sindaco metropolitano rischia di minare il principio stesso di questa forma di governo e annullare il ruolo di coordinamento proprio delle città metropolitane”. Lo ha detto il sindaco di Firenze e coordinatore Anci delle Città metropolitane, Dario Nardella, intervenuto stamani in audizione al Senato sul disegno di legge sul ripristino dell’elezione diretta di Province e dei sindaci delle Città metropolitane.
“Le città metropolitane – ha spiegato Nardella – rappresentano il 37% del Pil nazionale e sono enti ai quali la Costituzione riconosce autonomia e status proprio. Tuttavia vengono spesso associate in modo superficiale alle Province e a volte trascurate dalle norme”. “La legge 56/2014 è stata importante, e sarebbe un grave errore un ritorno al passato, in particolare – ha continuato il sindaco di Firenze – modificare l’identificazione del sindaco metropolitano con il sindaco del capoluogo. L’elezione diretta, infatti, con tutto ciò che ne consegue, costerebbe circa un miliardo di euro e porterebbe ad una dualità di figure, appunto il sindaco del capoluogo e quello della Città metropolitana, con inevitabili sovrapposizioni e conflitti”. “Semmai – ha rimarcato Nardella – si dovrebbe intervenire per prevedere l’inserimento di un programma di mandato da far votare al Consiglio metropolitano e della giunta metropolitana quale organo di supporto al sindaco. Bisogna far andare avanti il Paese, non tornare indietro con scelte anacronistiche”.
Durante la replica, sollecitato dai commissari, Nardella ha ribadito la contrarietà dell’Anci all’ipotesi di abbassamento al 40% della percentuale richiesta per l’elezione del sindaco nel turno di ballottaggio: “Sarebbe una forma di deterrenza alla partecipazione democratica, che va evitata. Riteniamo la legge di elezione diretta del 1993 – ha aggiunto – il sistema elettorale migliore, che nel tempo ha garantito governabilità e bilanciamento dei poteri”. “Così come – ha concluso – ribadiamo la necessità di permettere l’elezione per il terzo mandato a prescindere dal numero di abitanti dell’ente”.

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