Ucraina: Trani-Barletta-Bisceglie, al via i corsi di alfabetizzazione per bambini e adolescenti in fuga dalla guerra presso il seminario “Don Uva” di Bisceglie

“Ласкаво просимо”. Questa la scritta affissa dallo scorso 9 marzo sulla porta della comunità del seminario diocesano di Bisceglie. “Benvenuti” è il primo segno di pace che esprime ai bambini e agli adolescenti ucraini in fuga dalla guerra. A raccontarlo è il rettore del seminario don Davide Abascià. L’iniziativa, coordinata dal Comune di Bisceglie in collaborazione con la Caritas diocesana e zonale, e in sinergia con le istituzioni e le autorità competenti, spiega, “coinvolge volontari – tra cui docenti e studenti – che garantiscono un sistema di assistenza, supporto e accoglienza favorendo corsi per l’alfabetizzazione finalizzati all’insegnamento dell’italiano e alla facilitazione dell’inserimento dei ragazzi nelle scuole”. Il servizio è attivo tre giorni a settimana (lunedì, mercoledì e venerdì) dalle 16 alle 18.
Sono per lo più adolescenti, tra i 12 e i 17 anni, provenienti da Kiev e Leopoli con parenti e familiari già residenti nella città di Bisceglie. Tra loro anche una persona laureata in giurisprudenza.
“Oltre alla difficoltà di imparare una lingua nuova che garantisca loro il diritto allo studio – spiega don Abascià – è importante anche rendersi conto delle difficoltà relazionali che tutto questo comporta. Inoltre, alcuni di loro, a motivo di tanta sofferenza, hanno anche un vero e proprio blocco comunicativo”. Insieme alla comunità del seminario diocesano “Don Pasquale Uva”, a dare la disponibilità per tale servizio ci sono le comunità parrocchiali della concattedrale, di Santa Maria di Costantinopoli e San Silvestro. “La possibilità di garantire non solo un luogo, non solo una prestazione, ma un vero e proprio spazio sereno di relazione ci anima nella fiducia e nella speranza che la guerra non può avere l’ultima parola sulla vita e che anche per noi che adesso ci troviamo nella posizione di poter accogliere ci è data la possibilità di alfabetizzare la nostra vita reimparando un linguaggio nuovo; ripartire dall’abc della ace e dell’accoglienza”, conclude il rettore del seminario.

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