Ucraina: Grosseto, mons. Roncari è tornato a pregare per la pace con la comunità cattolica ucraina di rito bizantino

Il vescovo di Grosseto, mons. Giovanni Roncari, questo pomeriggio si è recato nuovamente nella chiesa della Misericordia per unirsi alla preghiera della comunità cattolica ucraina di rito bizantino. Ne dà notizia la diocesi spiegando che il presule già lo aveva fatto nella giornata domenica, presenziando alla Divina Liturgia e invocando con la comunità ucraina il dono della pace. “Di fronte al precipitare della situazione – si legge nella nota –, ha voluto di nuovo rendersi presente sia come vescovo anche di questa porzione di popolo che qui vive la propria fede, sia come fratello tra fratelli, nella condivisione di questo momento duro e tragico per la vita dell’Ucraina e dei singoli. Ha impartito la benedizione e cercato di confortare i presenti, per lo più donne, angosciate e in pianto per i familiari che si trovano in Patria, i figli soprattutto”.
Domani alle 15 la comunità si riunirà di nuovo per pregare il Rosario e per innalzare un canto alla Madonna, regina della pace.
“Domenica, pregando coi fratelli ucraini, avevo chiesto al Signore e alla Madonna la sapienza per chi ha in mano le sorti di questa vicenda terribile – ha affermato mons. Roncari –. È un’invocazione che faccio ancora di più ora che il frastuono della guerra torna a rimbombare nella vecchia Europa”. “Distruggere, bombardare, ammazzare non porta da nessuna parte… eppure c’è una cultura di morte che continua a far breccia nel cuore dell’uomo”, ha proseguito il vescovo, secondo cui “il progresso sembra non averci ancora insegnato nulla. A chi crede, il mio invito è a intensificare la preghiera, perché Dio ispiri le scelte in questo momento più sagge. A chi non ha la fede, ma ha comunque a cuore le sorti dell’umanità, chiedo di esprimere sollecitudine umana verso i nostri fratelli ucraini, in questa prova drammatica, che ci fa ripiombare in tempi che credevamo ormai affidati ai libri di storia. Insieme diciamo: mai più guerra, avventura senza ritorno”.

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