Perù: proseguono le proteste. Mons. Nann (presidente Caritas): “Paese in fiamme e in anarchia, emergono ‘nullità’ di provincia”

Il procuratore Uriel Terán della Seconda Procura penale suprema del Perù ha chiesto al Tribunale supremo per le indagini preliminari di ordinare 18 mesi di detenzione preventiva contro l’ex presidente Pedro Castillo e l’ex primo ministro Aníbal Torres per i presunti reati di ribellione e cospirazione nel tentativo di colpo di stato, secondo quanto scrive la stampa peruviana. La richiesta è stata presentata dopo la formalizzazione dell’indagine preliminare e dopo il respingimento della domanda di scarcerazione presentata dallo stesso Castillo.
Nella giornata di ieri sono proseguiti scontri tra polizia e manifestanti (anche nel centro di Lima), proteste, blocchi stradali, soprattutto nel sud del Paese, ma non si sono registrate nuove vittime, dopo quelle accertate tra domenica e lunedì. L’aeroporto di Cusco rimarrà chiuso, per disposizione delle autorità, fino a domani. Sulla protesta, nel frattempo, si staglia l’ombra del Movadef, il movimento strettamente legato all’esperienza terrorista di Sendero Luminoso, secondo le dichiarazioni del generale Óscar Arriola, comandate della Dircote (Direzione contro il terrorismo), per il quale le proteste sono in buona parte infiltrate da gruppi terroristici e illegali.
Un’ulteriore chiave di lettura su quanto sta accadendo arriva, attraverso un’ampia riflessione pubblicata sui social network, da mons. Reinaldo Nann, vescovo prelato di Caravelí e presidente di Caritas Perù. “A mio modesto parere – afferma il vescovo -, al momento il Perù è in fiamme, in anarchia. Nessuno governa. Tre giorni fa sono rimasto intrappolato nel blocco della Panamericana a Chala Norte, accompagnato da un agente di pattuglia, cercando di negoziare il mio passaggio. Non c’erano leader con cui parlare. C’erano 2.000 minatori informali, che difendevano il loro diritto al ‘lavoro’. Secondo loro, il nuovo Governo non stava prestando attenzione a loro; hanno detto che il Governo, il Congresso e l’intero Paese sarebbero stati sconfitti. Bruciando pneumatici sulla Panamericana hanno avvertito di avere potere. Per mangiare dovevano chiedere quote di bottino”.
Prosegue mons. Nann: “Anche se ci sono sicuramente leader di sinistra (e di destra) che cercano di approfittare del panico, sembra che questi ‘atti di vandalismo’ siano espressione di ‘nullità’ di provincia, che sono sempre state scoraggiate, manipolate e frustrate nelle loro aspirazioni di essere qualcuno. Possono essere gruppi organizzati localmente, come i contadini o i minatori artigianali, ma anche le loro leadership sono deboli e faziose”.

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