Libano: le donne del contingente militare italiano Unifil tra le fasce più deboli per capire i bisogni

(foto Ministero della Difesa)

È stata avviata in Libano dal contingente italiano in missione Unifil- United nations interim force in Lebanon, l’attività dei Fast-Female analysis/assessment team, squadre composte di sole donne che si adoperano per la comprensione delle necessità e delle richieste delle fasce più deboli della popolazione locale. Nello specifico in questi giorni, i Fast sono stati coinvolti nell’ambito di un progetto di ricerca da parte del Dipartimento di scienze politiche dell’Università di Genova, in collaborazione con lo Stato maggiore della Difesa. Un’idea maturata già 2 anni indietro in risposta alle esigenze della missione Onu, iniziato forzatamente però solo al termine della pandemia di Covid-19, sotto il comando della Brigata Aosta nell’operazione “Leonte XXXII” nel settore ovest della missione Unifil. Nello specifico il progetto punta sulla versatilità e fiducia della figura femminile nel tessuto sociale, in particolare tra le autorità civili e la gente del posto, permettendo quindi di raccogliere elementi di valutazione per la conduzione delle attività tattiche previste dal mandato della missione. Una raccolta di informazioni non solo di genere, che serve ad ampliare lo spettro delle conoscenze del contesto sociale in cui operano i peacekeeper della missione Unifil, orientando le attività di supporto alla popolazione a scopi più incisivi ed efficaci. Un’esperienza frutto di un’accurata formazione e preparazione dei Fast da parte di personale delle Nazioni unite specializzato nel settore, tra i quali i Gender advisor, consulenti di genere dei comandanti italiani che, nel solco della continuità della missione, si avvicendano alla guida dei futuri contingenti.

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