Ucraina: salesiani Kiev, giovani oratorio in preghiera ogni sera da quasi un anno per la pace

La comunità ecclesiale ucraina sta pregando per la pace, soprattutto oggi aderendo all’invito di Papa Francesco. Da quando si è acuita la crisi nel Paese, i giovani dell’oratorio salesiano di Kiev si sono riuniti a turni di 100 alla volta per 309 sere (fino a ieri) per recitare le tre Ave Maria e per condividere un pensiero della buona notte nello stile di Don Bosco. Particolarmente attivo è l’oratorio di Zhytomir (Ucraina) che Missioni Don Bosco sostiene con i suoi benefattori. In tutto il Paese i salesiani sono impegnati a tenere in vita gli oratori che ospitano i ragazzi e i giovani: un segno di speranza e un appello per i “grandi”. Dall’Italia, fanno sapere i salesiani, è attiva una linea di aiuti per queste attività, che non possono trascurare la condizione di allarme in cui vivono le famiglie. Dal 2020 i religiosi gestiscono la scuola ecumenica ucraino-italiana Vsesvit a Zhytomir, capoluogo di provincia che conta 300mila abitanti, a nord ovest della capitale Kiev. Lì fu portata nel 2016 “Casa Don Bosco”, la struttura in legno, acciaio e fibre naturali che aveva ospitato a Expo Milano 2015 le attività della famiglia salesiana e che oggi costituisce la struttura dell’oratorio. La cittadina non offre attività pomeridiane ai ragazzi, né di doposcuola né di carattere sportivo o ludico. Casa Don Bosco è aperta, oltre che per i 200 allievi della scuola, per tutti i bambini e giovani della zona; qui trovano sostegno allo studio, divertimento, sport, gioco, spazio di confronto. La scuola Vsesvit di Zhytomir fu inaugurata nel settembre del 1994 su richiesta di un gruppo di residenti che desideravano una scuola di ispirazione cristiana dopo che per cinquant’anni il potere aveva svuotato spiritualmente le nuove generazioni. Alcuni benefattori italiani provvidero a finanziare l’opera, che fu poi affidata ai salesiani per praticare il sistema preventivo di Don Bosco. L’opera di Zhytomir è tornata al centro dell’attenzione di Missioni Don Bosco in questo mese di gennaio, come programmato ben prima dell’escalation degli ultimi mesi e che ora ha acquisito un valore di “diplomazia di pace”. La struttura, infatti, richiede l’aggiornamento degli impianti elettrici e una nuova tinteggiatura, mentre per le squadre sportive sono necessarie forniture di palloni e di divise. Si pensa anche alle attività dei mesi estivi, quando sarà organizzata un’attività quotidiana di accoglienza: occorrono le riserve per la mensa (cibo e stoviglie) e materiali per i giochi di squadra e da tavolo. È un intervento che dà qualche risposta all’impoverimento del popolo ucraino che, secondo le statistiche governative, per un quarto vive sotto la soglia di povertà. I salesiani sono di nuovo in Ucraina dagli Anni Novanta, dopo la caduta dei regimi comunisti nell’Est Europa, e oggi gestiscono otto sedi. In precedenza c’erano stati dal 1936 alla fine della Seconda guerra mondiale, quando furono costretti a lasciare il Paese. Il lavoro principale è quello educativo, che li vede impegnati sul fronte dell’animazione negli oratori, nei centri giovanili, nella scuola e in quello dell’orientamento vocazionale.

 

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