Ex Embraco: mons. Nosiglia (Torino), “epilogo peggiore possibile, ora accompagnare le 377 persone nella ricollocazione”

“La vicenda dei 377 lavoratori e lavoratrici dell’ex Embraco è terminata con l’epilogo peggiore possibile: la perdita del lavoro e il licenziamento collettivo. Si tratta di un esito che doveva essere contrastato con tutte le forze possibili; i quattro anni di lotta, di speranza e di illusione si sono trasformati in rabbia, disorientamento e disagio sociale. In questa difficile e delicata fase serve non farsi prendere dal panico e dallo sconforto; ora bisogna mettere insieme le migliori energie e risorse del territorio per accompagnare le persone nella strada della ricollocazione professionale con gli strumenti ordinari e straordinari che, anche, le istituzioni pubbliche metteranno a disposizione”. Lo ha dichiarato l’arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, mons. Cesare Nosiglia, commentando la fine della vertenza dell’ex Embraco di Riva di Chieri con il licenziamento dei 377 lavoratori.
“Rinnovo pertanto il mio appello a tutti coloro che hanno la possibilità di intervenire”, prosegue l’arcivescovo: “In questo frangente – ammonisce – c’è bisogno, ancor più di ieri, di una comunità solidale e prossima, affinché la disoccupazione non venga vissuta come un’esperienza personale e individuale, ma si possa contare su relazioni e reti di prossimità che affianchino uno dei momenti più delicati dell’esistenza umana. Il lavoro (e anche la sua perdita) non deve essere intrepretato come un fatto puramente individuale, ma soprattutto sociale”. “La diocesi – assicura l’arcivescovo – continuerà a sollecitare il ministero affinché assuma le sue responsabilità in riferimento alle possibilità concrete di avviare la ricollocazione dei lavoratori ex Embraco”. “Dopo il mio appello dei giorni scorsi diverse imprese si sono dette disponibili a valutare la possibilità di offrire occasioni occupazionali, a partire dalle capacità professionali dei lavoratori”, aggiunge mons. Nosiglia, secondo cui “è necessario pertanto avviare un’azione che veda ogni soggetto coinvolto fare la sua parte, ma lavorando in stretta collaborazione, a cominciare dalla Regione e dal ministero”. Per l’arcivescovo “si tratta, anche al di là della vicenda Embraco, di realizzare un ‘metodo’ che consenta ai poteri pubblici di intervenire efficacemente, anche valorizzando le proposte e le offerte che possono venire da altri soggetti, come le imprese private”. Infine, da Nosiglia l’appello “al mondo del credito e a quanti possono offrire qualche sussidio economico per i lavoratori; la Caritas è pronta a recepire e coordinare ogni progetto di questo genere”.

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