Libano: Save the children, “in alcune aree più della metà delle famiglie non riescono a mantenere i figli”

La salute e il benessere dei bambini delle famiglie indigenti in Libano sono messi in grave pericolo dalla riduzione drastica delle spese per il cibo, le medicine e l’istruzione, a cui sono costrette. Come evidenziato nell’indagine diffusa oggi da Save the children, realizzata in collaborazione con il Consorzio Inmaa nei governatorati di Akkar e Baabel-Hermel, più della metà delle famiglie libanesi intervistate vivono in povertà e sono in grave difficoltà per mantenere i loro figli. Le condizioni di vita si sono deteriorate rapidamente rispetto al 2020. Dall’autunno 2019, il Libano è sprofondato in una delle peggiori crisi finanziarie della storia moderna. Negli ultimi due anni la sua moneta ha perso più del 90% del suo valore e la povertà è salita alle stelle con più di tre quarti della popolazione libanese che vive sotto la soglia di povertà. Dal 2020 i prezzi del cibo sono aumentati in tutto il Paese fino al 570%. Secondo l’Household economy analysis, i bambini più vulnerabili nei governatorati di Akkar e Baalbek-Hermel stanno saltando interi pasti. A Baalbek, la situazione è particolarmente preoccupante, perché i bambini ricevono a malapena le calorie minime di cui hanno bisogno per sopravvivere. “Il crollo economico del Libano sta lasciando le famiglie nell’indigenza e con enormi difficoltà nel provvedere ai loro bambini. Siamo di fronte al pericolo reale che l’impennata dei costi porti ad un aumento della malnutrizione e all’arresto della crescita, e a casi di mortalità infantile prevenibili”, ha dichiarato Jennifer Moorehead, direttrice di Save the children in Libano: “Migliaia di bambini rischiano di subire danni irreversibili se le famiglie continuano ad essere costrette a ridurre la spesa per la loro salute e il loro benessere”. Per poter rispondere alla crisi su più livelli che colpisce le comunità in tutto il Libano, in particolare i bambini, Save the children e i partner del Consorzio Inmaa fanno appello ai governi, ai donatori e alle organizzazioni umanitarie affinché “lavorino insieme per coordinare una risposta efficace e responsabile per soddisfare i crescenti bisogni in tutto il Paese, e garantire che i bambini e le famiglie abbiano accesso a cure sanitarie di qualità, all’istruzione e ai sussidi sociali, e che si possa prevenire l’aumento della fame e della malnutrizione”.

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