Confine Ucraina-Russia: vescovi preoccupati per dispiegamento di “truppe militari russe senza precedenti”

(Foto ANSA/SIR)

“Escalation della guerra ibrida” e dispiegamento di “truppe militari russe senza precedenti intorno ai nostri confini”. A lanciare l’allarme ed esprimere preoccupazione per questa “nuova minaccia” sono i vescovi della Chiesa greco-cattolica ucraina che in un appello diffuso oggi dal loro Sinodo chiedono ai fedeli di “continuare digiuno e preghiera per sostenere spiritualmente la nazione”. Nelle ultime settimane, la Russia sta ammassando le truppe al confine con l’Ucraina e sta fomentando un’escalation della cosiddetta “guerra ibrida” nel Donbass, zona orientale del confine ucraino. A riprova di questo anomalo movimento tattico nella regione, sono apparsi sulla stampa video e foto che riprendono il massiccio dispiegamento di unità militari russe vicino al confine orientale dell’Ucraina e in Crimea. Al centro della questione vi è l’entrata dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica guidata dagli Stati Uniti. Il Cremlino ha fatto presente che se i missili della Nato fossero piazzati in Ucraina, così vicino a Mosca, la Russia reagirebbe immediatamente. Nell’appello diffuso oggi, i vescovi esprimono preoccupazione per questa “nuova minaccia data dall’escalation della guerra ibrida e dal raggruppamento di truppe militari russe senza precedenti intorno ai nostri confini”. “Le ultime settimane – si legge nella nota diffusa oggi – sono state contrassegnate dalla ripresa dei sanguinosi combattimenti nell’Ucraina orientale, con nuovi morti e feriti, e il popolo ucraino è di nuovo riunito e disponibile a difendere la Patria, e a salvaguardare la sua unità e il diritto di ogni cittadino a vivere in uno Stato libero, democratico ed europeo”.

Nella nota, i vescovi esprimono anche il loro apprezzamento per l’impegno a favore dell’Ucraina della comunità internazionale, “a partire dal Papa fino alle principali democrazie del mondo”. La destabilizzazione della pace nella regione cade in un momento di profonda crisi economica in Ucraina. I vescovi greco-cattolici si dicono “preoccupati” anche del “rapido impoverimento delle persone e per le nuove manifestazioni di disuguaglianza sociale, esacerbate dalle ripetute ondate della pandemia”, una sfida – si legge nella nota di oggi – che “porta nuovi migranti, mentre scompare il ceto medio e piccole imprese”. Il Sinodo denuncia anche di avere “poco chiari” i passaggi delle riforme proposte dal governo. In questo contesto di povertà e crisi, la Chiesa “si prende costante cura del proprio popolo, della sua salute e del suo benessere, del suo ordine sociale e della cura dei bisognosi”. Nella nota, i vescovi chiedono al popolo di “pregare e a digiunare per la pace in Ucraina”, per non “permettere che la disperazione e la frustrazione regnino su di noi, non dobbiamo arrenderci bensì dobbiamo continuare a pregare, digiunare e a compiere buone azioni”. Da qui, la richiesta di “non interrompere per i prossimi quattro mesi il digiuno continuo e la preghiera per la pace, per l’allontanamento della minaccia nemica e per un futuro migliore in Ucraina”. Ogni giorno, alle 20, i fedeli sono chiamati a pregare per delle intenzioni specifiche: “Il lunedì per il presidente, il governo e la Verkhovna Rada dell’Ucraina; il martedì per i nemici e la conversione di coloro che ci perseguitano e ci fanno del male; il mercoledì per l’esercito ucraino; il giovedì per le forze dell’ordine e la polizia; il venerdì per i feriti, i prigionieri, i rifugiati e le loro famiglia, il sabato per i defunti; e la domenica per l’unità”.

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