Sanità: Censis-Fnopi, “per 9 italiani su 10 servono più infermieri per un Ssn migliore”

“Più infermieri per una sanità migliore: gli italiani dicono sì. Il 92,7% degli italiani (con punte fino del 94,3% nel Nord-Est e del 95,2% tra i laureati) ritiene positivo potenziare il numero e il ruolo degli infermieri nel Servizio sanitario nazionale. Il 41,9% al fine di colmare le attuali lacune negli organici, il 40% perché li ritiene essenziali per potenziare i servizi domiciliari, territoriali e di emergenza”. Lo si legge tra i principali risultati del rapporto Censis-Fnopi sugli infermieri e la sanità del futuro, presentato oggi. Si stimano in 450.000 gli infermieri attivi di cui ci sarebbe bisogno (oggi sono 450.000 gli iscritti, pensionati compresi), ovvero 57.000 più di quelli attuali – riferisce il report -. Secondo la ricerca, il 91,4% degli italiani ritiene l’infermiere di famiglia e di comunità “una buona soluzione per potenziare le terapie domiciliari e riabilitative e la sanità di territorio, fornendo così l’assistenza necessaria alle persone non autosufficienti e con malattie croniche”. Il 51,2% è convinto che l’introduzione di questa figura professionale faciliterebbe la gestione dell’assistenza, migliorando la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari. Il 47,7% pensa che darebbe loro sicurezza e maggiore tranquillità. Il 22,7% ritiene che innalzerebbe la qualità delle cure.
Il report Censis-Fnopi segnala anche che “l’idea che più infermieri miglioreranno la sanità, a cominciare da quella territoriale, è anche l’esito di un legame profondo e consolidato dei cittadini con gli infermieri”. Il 91% degli italiani ha molta o abbastanza fiducia negli infermieri (il dato sale al 93,8% nel Nord-Est e al 93,7% tra gli anziani). Il 68,9% degli italiani valuta positivamente il rapporto avuto in passato con gli infermieri. “Una fiducia nata nella sanità vissuta quotidianamente dagli italiani, grazie alla valutazione positiva di professionalità e impegno degli infermieri già prima dell’ammirazione per i tanti casi di eroismo durante l’emergenza Covid-19”.

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