Iraq: card. Sako (Baghdad) alla Lega Caldea “rinunciare a litigi e divisioni, collaborare per sostenere i cristiani rimasti”

“Rinunciare a litigi e divisioni, implementare la collaborazione con siriani, assiri, armeni e altri per sostenere i cristiani rimasti nella terra dei nostri avi e formare una ‘cellula di crisi’ per affrontare al meglio sfide e pressioni”. È quanto chiede il patriarca di Baghdad, il card. Louis Raphael Sako, in una lettera indirizzata alla Lega Caldea, in occasione dei suoi primi 5 anni di vita. Nata il 3 luglio 2015, la Lega è un’associazione che ha lo scopo di coordinare e favorire il contributo dei caldei alla società civile e aiutare l’Iraq a vincere le derive del settarismo confessionale e etnico. “Apertura e collaborazione contro la tentazione del nazionalismo cieco e della frammentazione”: è questa, sin dall’inizio, la richiesta del patriarca alla Lega reiterata anche in questo messaggio: “Restiamo uniti – afferma Mar Sako – non disperdiamo i nostri sforzi. Abbandoniamo le aspirazioni personali, egoistiche, gli interessi delle fazioni, promuoviamo il dialogo e ascoltiamo con umiltà, apertura e tolleranza per preservare la nostra sopravvivenza, il nostro patrimonio comune e il suo sviluppo”. “L’autenticità non consiste – spiega il patriarca – nel mantenere il vecchio così com’è, ma nel lavorare per svilupparlo così da essere in linea con il tempo presente”. Tempo presente segnato, dice il cardinale, dalle conseguenze della devastante pandemia di Covid-19. “Il mondo non sarà più lo stesso – sottolinea – e non ne usciremo come eravamo prima. O migliori o peggiori. Pertanto, è necessario avere il coraggio di rivedere, valutare e correggere la situazione dell’Associazione per preparare la fase post-epidemica ed essere in grado di costruire un futuro prospero insieme alle altre istituzioni caldee”. Il patriarca Sako, ricordando la necessità di preservare la lingua Sureth (neo-aramaico), ha auspicato anche un maggiore impegno dei responsabili delle Chiese nella causa dell’unità “obiettivo nobile per il quale Gesù ha sempre pregato”.

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