Ambiente: Save the Children, in Italia 1 minore su 3 vive in zone dove l’aria è inquinata

In Italia i bambini e i ragazzi che vivono nelle famiglie più fragili dal punto di vista socio-economico, spesso in abitazioni fatiscenti, in quartieri privi di verde pubblico e a contatto con fonti di inquinamento o in aree soggette a rischio sismico o dissesto idrogeologico, sono anche i più esposti agli effetti della crisi ambientale. Nel nostro Paese più di 1 minore su 3 (37%) vive nelle 14 città metropolitane dove l’inquinamento dell’aria spesso è elevato e supera i limiti previsti; al sud, la metà delle famiglie con figli tra i 6 e i 17 anni dichiara di non avere verde pubblico entro 15 minuti a piedi, una percentuale che invece al nord si attesta al 10%. E, sempre nel Mezzogiorno, 1 famiglia su 10 nota la presenza di degrado nel paesaggio che la circonda. Bambini e ragazzi che in molti casi vivono in abitazioni provvisorie e inadeguate, con scarso accesso ai servizi di base, dove quasi 1 famiglia su 3 (30%) non si fida a bere l’acqua del rubinetto, con un ampio divario tra nord (20,6%) e sud (41,5%). In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente Save the Children accende i riflettori sugli effetti della crisi ambientale e del cambiamento climatico sui bambini, in Italia e nel resto del mondo, con focus particolare su coloro che vivono in condizioni di maggiore vulnerabilità.
“Bambini e ragazzi nel nuovo millennio si trovano a dover fronteggiare le insidie di un mondo più caldo, instabile e dagli scenari molto incerti, con rischi enormi legati all’innalzamento del livello del mare, eventi metereologici estremi, cibo e acqua contaminati, ondate di calore, nuove malattie infettive e migrazioni su ampia scala. La loro fragilità socio-economica rende ancora più violento l’impatto su di loro di una dell’emergenza climatica e della crisi ambientale”, dichiara Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children.

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