Coronavirus Covid-19: don Conocchia (parroco Torvaianica) “scambia” viveri per i poveri con l’Elemosineria apostolica

“Partire da Torvaianica con un carico di salumi ricevuti in dono, arrivare in Vaticano e trovare l’elemosiniere del Papa che viene di persona e li carica per distribuirli ai poveri di Roma è per me testimonianza di una Chiesa bella, che fa sperare e infonde amore per il Signore e per la Chiesa stessa”. È la testimonianza rilasciata al Sir da don Andrea Conocchia, parroco della Beata Vergine Immacolata di Torvaianica (Rm), nella diocesi di Albano, che in piena emergenza coronavirus ha dato vita a uno “scambio di carità” con l’Elemosineria apostolica, attraverso il card. Konrad Krajewski. Nei giorni scorsi, don Conocchia ha portato in Vaticano una fornitura di insaccati, che l’Elemosineria utilizza nella preparazione degli oltre 200 panini che ogni giorno vengono distribuiti ai poveri di Roma. “Il cardinale mi ha chiesto cosa potesse servire a me per la comunità – prosegue don Conocchia, che già nei mesi scorsi ha chiesto e portato aiuti in Vaticano – e così dai magazzini dell’Elemosineria ha caricato la mia macchina di ogni ben di Dio, dalla pasta al tonno e ad altri alimenti. A metà marzo avevo la fila, al cancello della parrocchia, di chi non riusciva a mettere nulla in tavola: lavoratori in nero, cassaintegrati, anziani. Non potevamo celebrare messa con i fedeli, ma la liturgia della carità non è mancata”. Tra queste persone, c’erano anche dei transessuali, a cui tramite don Andrea è arrivato anche l’aiuto del Papa. “L’incontro con loro è stato provvidenziale, un’occasione per mettere la persona al centro – racconta ancora il parroco di Torvaianica –. Li ho aiutati in accordo con il vescovo. E il dialogo continua. Poco fa ero con una di queste persone e mi ha chiesto una Bibbia. ‘Chi potrebbe darci fiducia e un lavoro onesto? Nella testa della gente siamo solo prostitute’, mi dicono. Quante lacrime hanno versato nello scrivere al Papa, pensando alla propria storia!”. E conclude: “La pandemia ci ha insegnato a donare tempo, ascolto, accoglienza. Serve una Chiesa ‘umana’: o accade qualcosa di buono ora oppure andremo avanti come se nulla fosse successo”.

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