Israele-Santa Sede: David (ambasciatore), “enorme contributo di Giovani Paolo II alle relazioni ebraico-cattoliche”

“Un contributo enorme che ha portato le relazioni ebraico-cattoliche a livelli mai conosciuti prima”. Così l’ambasciatore di Israele presso la Santa Sede, Oren David, ricorda Papa Giovanni Paolo II in occasione del centenario della sua nascita. In un articolo pubblicato su Jerusalem Post, e rilanciato su Twitter, l’ambasciatore sottolinea come Giovanni Paolo II fu “il primo Papa (1986) a fare una visita ufficiale a una sinagoga, quella di Roma” e a chiamare gli ebrei “fratelli maggiori”. Numerose poi le prese di posizione e le condanne contro l’antisemitismo, definito “un peccato contro Dio e l’umanità” e la richiesta di perdono al popolo ebraico “per tutte le sofferenze inflitte dalla Cristianità”. “È più che simbolico che le relazioni diplomatiche tra lo Stato di Israele e la Santa Sede siano state stabilite nel 1994 sotto il papato di Giovanni Paolo II a seguito dell’Accordo fondamentale firmato il 30 dicembre 1993”. “Storica” anche la visita “nello Stato di Israele il 21 marzo 2000, durante il Grande Giubileo, un punto di riferimento nelle nostre relazioni, considerando la sua natura ufficiale e i gesti simbolici significativi” compiuti. Nel suo articolo, l’ambasciatore David ricorda ancora Giovanni Paolo II al Muro occidentale e allo Yad Vashem, momenti che hanno, scrive, provocato “un impatto tremendo su così tante persone in Israele e una crescente e importante consapevolezza dei principali cambiamenti che la Chiesa ha operato nei riguardi del popolo ebraico e dell’ebraismo dopo il documento conciliare Nostra Aetate”. “Nonostante i risultati e gli sforzi genuini compiuti l’antisemitismo resta ancora una sfida da affrontare congiuntamente in tutte le sue forme” come stabilisce l’accordo fondamentale tra Israele e la Santa Sede del 30 dicembre 1993” afferma l’ambasciatore per il quale “è necessario implementare l’attuazione della Nostra Aetate per denunciare e deplorare l’antisemitismo portandolo all’attenzione sia del clero che dei credenti”. Da qui l’auspicio che la Santa Sede si unisca all’“International Holocaust Remembrance Alliance” fondata nel 1998 con l’obiettivo di promuovere l’educazione, la ricerca e la memoria dell’Olocausto. “Un passo così significativo – conclude David – sarà conforme alla condanna inequivocabile dell’antisemitismo da parte del defunto Giovanni Paolo II come anche dell’attuale Papa, Francesco, che ha definito il fenomeno una contraddizione per il Cristianesimo e per le sue radici ebraiche”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa