Coronavirus Covid-19: Gesuiti, in India allestiti 4 centri di assistenza al confine con il Bengala Occidentale per i migranti di ritorno

Migliaia di persone in India a causa del lockdown hanno perso il lavoro e sono in marcia dalle grandi città verso i villaggi. Per fornire loro supporto, i Gesuiti della Provincia di Ranchi, nello stato di Jharkhand, con l’aiuto di varie organizzazioni e del Magis, hanno allestito 4 centri di assistenza e accoglienza presso strutture già esistenti, come scuole e centri dei Gesuiti a Muri e Tamar, in prossimità del confine con il Bengala Occidentale, dove i migranti di ritorno sono sottoposti ad una prima osservazione a carattere sanitario per evitare il rischio contagio nei villaggi, privi di ospedali e centri sanitari.
Garantita nei centri la distribuzione di cibo e generi alimentari, assistenza sanitaria e accompagnamento presso le strutture sanitarie più vicine. Distribuite mascherine, guanti ed igienizzanti e avviata una campagna informativa di prevenzione. La distribuzione di cibo interessa anche le famiglie più povere dei villaggi.
Il Governo ha messo a disposizione, gratuitamente, le derrate alimentari per i più poveri attraverso la rete dei negozianti ma a causa della corruzione e della disinformazione la distribuzione non arriva in modo capillare ai più vulnerabili.
Per far fronte a tale emergenza, Gesuiti, congregazioni religiose, associazioni, istituzioni locali e donors internazionali (tra cui il Magis) hanno creato una rete di aiuti per i più vulnerabili – tribali, dalits, lavoratori precari, minoranze religiose, anziani soli e donne abbandonate che vivono nella aree più marginali – distribuendo pacchi alimentari contenenti riso, patate, farina, cipolle, lenticchie, olio, sale. Ad oggi oltre 10.000 famiglie le famiglie delle zone di Ranchi, Khunti, Gumla, Simdega, Lohardaga, Bingaon raggiunte dagli aiuti. A Ranchi, i Gesuiti hanno allestimento anche un presidio per la donazione di sangue e aperto un call center per rispondere alle richieste di aiuto dei migranti rimasti bloccati fuori dal Jharkhand.
Per contrastare la diffusione del Covid-19 anche l’India ha imposto la chiusura di tutte le attività non essenziali, imposto il blocco dei trasporti e richiesto alla popolazione il distanziamento. I lavoratori giornalieri, provenienti dalle zone rurali, privi di previdenza sociale non potendo accedere ai programmi di assistenza previsti dal governo si sono mossi in massa per rientrare nei villaggi di provenienza. Migliaia tra uomini, donne e bambini sono in cammino da giorni. Anche 200/300 i km percorsi. Un esodo che registra decessi per stenti, fatica, fame e sete.

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