Guerra in Siria: p. Jallouf (Idlib), “accordo Putin-Erdogan passo avanti ma restano tanti punti oscuri. Subito aiuti internazionali alla popolazione”

“Un passo avanti ma restano tanti punti oscuri”. Così padre Hanna Jallouf, francescano della Custodia di Terra Santa e parroco latino di Knaye, uno dei tre villaggi cristiani della Valle dell’Oronte (gli altri sono Yacoubieh e Gidaideh), nella provincia di Idlib, sotto controllo dei jihadisti di Tahrir al-Sham, oppositori al regime del presidente Assad, commenta al Sir il risultato del vertice di ieri a Mosca, tra il presidente russo Putin e il suo omologo turco, Erdogan. I due hanno trovato l’accordo su un cessate-il-fuoco dei combattimenti nel Nord-Ovest della Siria. L’accordo, che ricalca quello di Sochi, prevede un cuscinetto di sicurezza, di sei km a nord e di sei km a sud, lungo l’autostrada M4 (Aleppo-Latakia) nella zona di Idlib e pattugliamenti congiunti russo-turchi lungo questa via a partire dal 15 marzo. Poco o nulla si sa di come verranno portate avanti le operazioni in questa zona. “La zona cuscinetto – dice padre Jallouf – è quella in mano ai ribelli. Non vedo come questi possano lasciarla. Questo è un grosso interrogativo. Tuttavia il cessate-il-fuoco se rispettato porterà sollievo alla popolazione in fuga che ora spera nell’apertura di corridoi umanitari”. La guerra nell’area di Idlib ha finora provocato, secondo stime Onu, quasi un milione di rifugiati che premono verso il confine turco per cercare di entrare. In Turchia sono già presenti oltre 3,5 milioni di siriani rifugiati. “La notizia dell’accordo – rivela il francescano – sta spingendo molte persone a lasciare i rifugi di fortuna trovati in questi giorni per tornare a casa. Non so cosa troveranno dopo tutte le bombe e i missili caduti. Occorre che la comunità internazionale e le agenzie umanitarie portino quanto prima aiuti a questa gente che sta soffrendo perché non ha più nulla”.

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