Coronavirus Covid-19: mons. Tani (Urbino), “in questo tempo di incertezza preghiamo in famiglia per rafforzare la fede e irrobustire la speranza”

“Ci stiamo trovando in una situazione di incertezza e fragilità che pensavamo non dovesse più toccare noi, ma stiamo scoprendo che non esiste il lontano: siamo tutti collegati”. Inizia così la lettera aperta che mons. Giovanni Tani, arcivescovo di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado ha invitato ai fedeli della diocesi. “Le vie di internet – sottolinea – che abbracciano tutto il mondo e che nel bene e nel male influenzano tutte le persone, ci danno una immagine di come il virus giunge da una parte all’altra del globo”. Ma c’è anche un’altra cosa capace di unire tutti e abbracciare tutto il pianeta: “Anche la preghiera ha la sua rete da percorrere, mandando i suoi benefici ovunque – spiega mons. Tani –. E anche se siamo invitati a rimanere in casa, questo non impedisce (anzi, può favorire) una sosta per metterci in collegamento con Dio e con tutto il mondo”. Da qui l’invito a pregare in famiglia “per rafforzare uno sguardo di fede, per irrobustire la speranza e per ricordare tutti coloro che nel mondo, vicini e lontani, stanno soffrendo più di altri a causa di questa contingenza”. “Penso, ad esempio – scrive mons. Tani – anche a coloro che vedono messo a rischio il loro lavoro”. “Un rosario in famiglia è di una forza che non si può misurare – afferma l’arcivescovo –. Potete anche prendere le letture della messa del giorno o della domenica per alcuni minuti di meditazione”. Mons. Tani ricorda che a Urbino l’Adorazione eucaristica perpetua non si è interrotta. “Invito tutti coloro che si trovano a passare davanti alla chiesa di Santo Spirito ad entrare per una sosta di preghiera: lì – assicura – non mancherà la distanza di sicurezza! C’è anche la possibilità di impegnarsi a coprire un turno di adorazione. La preghiera è un grande aiuto per non lasciarsi prendere dallo sconforto e per vivere concretamente il bisogno che abbiamo di Dio. Bisogna ricordarsi anche di tutti coloro che nella sanità stanno esponendo se stessi per curare le persone malate. E anche per coloro che, rivestiti di autorità locale, regionale e nazionale, devono prendere decisioni difficili per il bene di tutti”. Mons. Tani ricorda che osservare le direttive di sicurezza emanate in questi giorni “è prudenza ed è carità”. “Vi invito a seguire in televisioni o alla radio la messa, così da vivere anche in questo modo momenti spirituali in famiglia – conclude –. Vedete quale Quaresima particolarissima siamo chiamati a vivere! Il Signore ci doni di poter arrivare a Pasqua liberati da questo virus”.

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