Coronavirus Covid-19: vescovi Triveneto, “Dio non fa mancare la sua presenza e il suo aiuto”

“Siamo vicini a tutti voi, abitanti del Nordest, di cui condividiamo fino in fondo le preoccupazioni, i disagi e le speranze. In particolare desideriamo esprimere una parola di fiducia e di incoraggiamento nei confronti di quanti sono più direttamente coinvolti o stanno più soffrendo e patendo, nei diversi ambiti di vita, per gli sviluppi così estesi dell’emergenza in corso”. Lo scrivono in un messaggio alle popolazioni del Nordest i vescovi della Conferenza episcopale del Triveneto che oggi si sono riuniti, per il loro incontro periodico, presso il Centro pastorale card. Urbani di Zelarino (Venezia) dedicando ampio spazio a valutazioni e impressioni sulle conseguenze ecclesiali e pastorali determinate dall’attuale emergenza coronavirus. Alla luce del richiamo di ieri del presidente Mattarella ad agire con senso di unità, collaborazione e responsabilità “senza imprudenze e senza allarmismi”, i vescovi si rivolgono alla popolazione: “Come comunità cristiane, specialmente in alcune delle nostre Regioni – si legge nel documento –, siamo oggi molto provati nella nostra ordinaria vita ecclesiale e liturgica che è stata alquanto ridimensionata nel rispetto delle disposizioni delle pubbliche autorità e per la volontà di concorrere insieme al bene comune”. “Ci sorregge, però, la convinzione di fede che Dio non fa mancare la sua presenza e il suo aiuto – proseguono i vescovi –. Anzi, la Divina Provvidenza saprà trarre anche da questo male un bene ulteriore e futuro che ora non possiamo prefigurare ma che possiamo comunque preparare con il nostro impegno responsabile e, soprattutto, con la volontà e la capacità di cogliere questa difficoltà come un’opportunità di grazia, conversione, verifica e revisione dei nostri stili di vita come questo tempo di Quaresima richiede espressamente”. L’impossibilità in molte comunità ecclesiali, di celebrare l’Eucaristia “ci conduca a riscoprire e, quindi, gustare maggiormente la grandezza di questo singolare e supremo dono del Signore Gesù”, l’esortazione dei presuli, secondo i quali questa vicenda ci fa comprendere che siamo sempre più “prossimi” e, quindi, “corresponsabili gli uni della vita degli altri”.

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