Striscia di Gaza: Lodi (Msf), “popolazione comincia a dare meno cibo alle persone più vulnerabili e che probabilmente non ce la faranno dopo”

Ospedale Arabo Al Ahli (Ahli) (Foto WCC)

“Al mercato i prezzi della merce, della verdura, sono altissimi, mancano acqua e benzina, i depuratori non vanno. La popolazione sopravvive con quello di cui avevano fatto scorta prima; poi sopravvive cominciando a tagliare i bisogni essenziali e si comincia a dare meno cibo alle persone che sai che sono più vulnerabili e che probabilmente non ce la faranno dopo, ‘privilegiando’ con alimenti e acqua quelle un po’ più forti e che possono essere anche una forza lavoro. Vedi i bambini con in mano le taniche d’acqua che corrono a cercare i camion quando li vedono; negli ospedali, soprattutto nei centri di prima salute, iniziano ad arrivare bambini sporchi, malnutriti, con malattie della pelle”. È un passaggio della testimonianza di Chiara Lodi, operatrice umanitaria e coordinatrice medica di Medici senza frontiere (Msf), da poche settimane rientrata da una missione a Gaza. Lo scorso 13 maggio Lodi ha dato la sua testimonianza in un incontro pubblico a Carpi, sua città natale. A riportare le sue parole è il settimanale diocesano “Notizie”. Lodi ha descritto uno spaccato della sua attività medica testimoniando la gravità della situazione sanitaria: “Si tengono i farmaci per poter operare i casi gravi. Quelli che possono aspettare, aspettano, oppure si cerca di curarli in modo diverso, con antibiotici. Cerchiamo di salvare gli antidolorifici per i bambini e per le operazioni, magari se ne somministra un po’ meno e si esegue più velocemente l’operazione: quando si hanno poche riserve, si fa con quello che si ha”. L’operatrice ha, poi, raccontato la vita nella Striscia in guerra, proponendo una riflessione personale: “Vedo come vivono i bambini e le famiglie: tantissimi non hanno la televisione, non hanno lo smartphone, non sapranno mai come si può vivere meglio. Per loro la vita è quella, come era qua tanto tempo fa; non hanno un’altra visione. Noi siamo davvero fortunati, e a volte mi colpevolizzo perché, nonostante io veda queste cose e sappia di essere fortunata, poi però rompo le scatole quando sono a casa per delle sciocchezze. Ma poi cerco di tenere in mente quello che ho visto. Le piccole cose, i piccoli gesti… quelli cui a un certo punto non si fa più caso perché diventano routine, normalità, come qualcuno che ti apre la porta o che ti fa passare davanti per la spesa. Cose che, secondo me, si sono un po’ perse. Per chi ha fatto gli scout come me, sa che questi gesti ci vengono insegnati veramente da molto piccoli. Te li porti dietro. E, anzi, gli scout sono stati uno dei motivi per cui faccio questo lavoro”. Lodi ha oltre 20 missioni all’attivo, facendo parte del “team di emergenza” di Msf. Tra i Paesi in cui ha lavorato: Yemen, Camerun, Congo, Repubblica Centrafricana, sud Sudan, Sudan, Palestina, Ucraina, Etiopia.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa