“Rien ne va plus. Finalmente, date le abituali difficoltà ad avere i dati da parte delle istituzioni preposte, abbiamo avuto la conferma che, anche nel 2024, il gioco d’azzardo ha segnato un nuovo record: oltre 157 miliardi di euro di raccolta, quasi 10 miliardi in più rispetto al 2023”. A parlare è oggi il Cnca.
“I dati, per loro natura, permettono analisi oggettive che anche per il 2024 confutano molte delle tesi e delle rassicurazioni provenienti da fornitori, concessionari e gestori dell’azzardo made in Italy. Prima di tutto l’allarme sulla possibile crisi del settore e, dunque, sui posti di lavoro a rischio: il gioco d’azzardo fisico (cioè in esercizi commerciali come bar, tabacchi e sale bingo) va a gonfie vele, gli addetti che vi lavorano possono non preoccuparsi per la propria occupazione”, osserva il Cnca.
In secondo luogo, “sull’argomento che lo Stato ci guadagnerebbe parecchio dalla diffusione del gioco d’azzardo grazie alle entrate erariali, forse bisognerebbe notare che, ormai da diversi anni, l’incremento delle entrate per l’erario resta quasi al palo mentre la raccolta segna sempre nuovi picchi. Lo Stato italiano, nel 2018, incamerava 10,2 miliardi di euro dal settore azzardo a fronte di 106 miliardi di raccolta; sei anni dopo (2024) la raccolta aumenta di circa il 50% (157 miliardi, come detto), mentre nelle casse dell’erario entrano solo 1,3 miliardi di euro in più. È evidente chi si sta arricchendo, a spese della collettività: le concessionarie dell’azzardo, sempre più costituite da multinazionali d’oltreoceano, perlopiù con attribuzioni in deroga da anni, senza nemmeno i fastidi e i costi di nuove gare”. Guardando le cose dal punto di vista delle istituzioni, che avrebbero l’obbligo di difendere la salute dei cittadini, “ci sarebbero poi da conteggiare i tanti costi sanitari, economici e sociali che una diffusione massiccia dell’azzardo comporta: lo stato da una parte riceve, ma dall’altra deve spendere”.
Per il Cnca, “è opportuno ricordare che anche il gioco d’azzardo online, che contribuisce in modo assai meno significativo alle entrate fiscali, è certamente in crescita, pur non avendo dati certi: i conti gioco in Italia sono passati da 9milioni e 600 mila circa nel 2019 a 15 milioni e 200 mila circa nel 2023 (1 conto online ogni 4 cittadini, minorenni e centenari compresi), con la costituzione oltretutto di uno pseudo settore bancario parallelo fuori da ogni controllo rispetto a questioni ignorate (in primis l’accessibilità dell’azzardo ai minorenni)”.
Un panorama che andrebbe definito tenendo presente che “l’azzardo colpisce in modo particolare persone in povertà assoluta o relativa oltre che studenti, minorenni e popolazione giovanile, soprattutto rispetto a tematiche legate a mondo digitale, utilizzo del web, gaming e nuove dipendenze”.