
La priorità della Piccola Casa, sin dalla sua fondazione avvenuta nel 1828 a Torino per opera di san Giuseppe Benedetto Cottolengo, è essenzialmente quella di fornire assistenza socio-sanitaria a persone che si trovano in situazioni di difficoltà per problemi di indigenza o di emarginazione sociale. Oggi è nata la Fondazione Cottolengo Solidale Ets, che continua a onorare la mission della Piccola Casa, impegnandosi a fornire sostegno concreto a malati, persone con disabilità e indigenti, attraverso una vasta gamma di servizi sanitari, educativi e sociali.
“Nel tempo – evidenzia padre Carmine Arice, padre generale della Piccola Casa della Divina Provvidenza – sono cambiate le tipologie di persone che vengono assistite, una volta ad esempio la presenza di persone con disabilità anche molto gravi era molto più alta, oggi nelle Rsa accogliamo molte persone anziane, non autosufficienti o con disabilità: il tema anziani è diventato veramente l’urgenza del nostro tempo. Tra i circa 1.600 ospiti che abbiamo nelle nostre Case, per progetti particolari, come risposta a situazioni di maggiore indigenza, il numero va dalle 400 alle 500 persone”.
Cottolengo vuol dire anche assistenza sanitaria. “Anche sull’Ospedale Cottolengo – sottolinea padre Arice – abbiamo fatto la scelta di non tenere solo le specialità più remunerate, ad esempio quelle chirurgiche, ma abbiamo investito parecchio anche sulle specialità di medicina, oncologia, e abbiamo aperto recentemente un hospice a Chieri con 21 posti letto. Tutto questo ci porta a non guardare solo a ciò che è sostenibile attraverso quelli che possono essere i contributi regionali, ma a guardare al bisogno delle persone e non lasciare nessuno fuori”. “Abbiamo aperto anche un ambulatorio medico – aggiunge – l’ambulatorio Granetti, per chi ha bisogno delle cose più ordinarie, come misurare la pressione, fare una puntura, incontrare un medico. Pensavamo che sarebbe stato frequentato soprattutto da persone straniere, invece abbiamo molti italiani che si rivolgono ad esso”. E poi c’è l’accoglienza diurna della mensa nella Piccola Casa di Torino, che eroga dai 250 ai 300 pasti al giorno. E anche in questo caso l’utenza è cambiata negli anni. “Una volta – ricorda il padre generale -erano soprattutto persone non italiane, oggi sono molti anche gli italiani, qualcuno anche con un lavoro, ma che viene a mangiare qui perché dice che quello che guadagna gli serve a malapena a sostenere la famiglia”.

(Foto Cottolengo)
Nella nuova campagna di comunicazione del 5×1000 sono raffigurate tre mani di età diverse che si ritrovano simbolicamente unite a rappresentare le tre principali aree di intervento della Fondazione: assistenza, educazione, salute con la presenza del Santo Cottolengo in tutti i diversi momenti della vita. Il messaggio è chiaro e diretto: “Il tuo 5×1000 vale tre”.
È possibile sostenere la Fondazione Cottolengo Solidale Ets con il 5×1000, nella sezione Sostegno degli enti del Terzo settore iscritti nel Runts, indicando il seguente numero di codice fiscale 97905980013 oppure visitando il sito donazioni.cottolengo.org.