Atroci episodi di violenza in Messico. È di ieri l’assassinio di Ximena Guzmán, segretaria privata, e José Muñoz, consigliere, entrambi membri della squadra della sindaca di Città del Messico, Clara Brugada. Lunedì, sette giovani, tra cui alcuni minorenni, erano stati violentemente assassinati nella piazza di San Bartolo de Berrios, nella diocesi di León, nel territorio del Comune di San Felipe (Stato del Guanajato). I giovani si trovavano nella piazza dopo essere stati alla festa della parrocchia, che si tiene in questi giorni, e sono stati uccisi da oltre cinquanta colpi di arma da fuoco.
La Conferenza episcopale messicana si è pronunciata, con due distinti comunicati, su entrambi i drammatici fatti. Nella nota di ieri ha espresso “profonda costernazione” per l’assassinio dei due collaboratori della sindaca: “Come pastori del Popolo di Dio, non ci rassegniamo a vivere nella paura e nella morte violenta”.
Ventiquattro ore prima, i vescovi avevano scritto: “Questo massacro, uno dei tanti che si ripetono con dolorosa frequenza, è un segno allarmante dell’indebolimento del tessuto sociale, dell’impunità e dell’assenza di pace, in vaste regioni della nostra nazione”.
Dalla Conferenza episcopale viene, dunque, lanciato un appello urgente alle autorità, “affinché si assumano con responsabilità ed efficienza il compito di garantire la sicurezza e la giustizia”; alla società civile, “affinché non cada nell’indifferenza o nella disperazione”; alle comunità ecclesiali, “perché siano testimoni di speranza, promotrici di riconciliazione e artigiani di pace”.
“Siamo indignati, sgomenti e condanniamo questo atto – ha scritto in un’ulteriore nota l’arcivescovo di León, Jaime Calderón Calderón -. Esorto le nostre autorità a trovare i responsabili e a fare giustizia, in modo che atti del genere non continuino a verificarsi nella nostra società”.