Ecumenismo: mons. Olivero al Sae, “sentiamoci abbracciati da Gesù”

(Foto Laura Caffagnini per il Sae)

Mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, ha partecipato alle prime due giornate della sessione di formazione ecumenica del Sae in corso alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi, fino al 29 luglio. “Il vescovo – si legge in una nota del Sae, diffusa stamattina – ha partecipato ai lavori, che ha commentato dicendo di avere imparato molto nell’ascolto e nel confronto; ha condiviso le preghiere, i pasti e i momenti di svago e ha presieduto l’Eucaristia nel salone delle conferenze”. Prima dell’inizio della celebrazione, ha commentato la pericope dell’incontro di Gesù con la Samaritana (Gv 4) soffermandosi sul celebre dipinto di Duccio di Boninsegna custodito a Madrid, donato a corsiste e corsisti sotto forma di cartolina al termine della celebrazione.

(Foto Laura Caffagnini per il Sae)

Mons. Olivero, prosegue la nota del Sae, “ha messo in luce l’accoglienza del Maestro verso una donna vittima di esclusione per la sua etnia e per il suo genere in una società patriarcale. La donna è posta al centro sotto lo sguardo amorevole di Gesù che si rivolge a lei, che parla con lei e la illumina con la sua luce”. “Anche noi, in questa Eucaristia, sentiamoci abbracciati da Gesù”, ha detto prima dell’inizio. Nell’omelia, in cui ha riflettuto sulla lettera ai Galati, il presule – riferisce il Sae – “ha parlato della realtà odierna in Europa dove Dio è evaporato, è impalpabile. C‘è una forte ricerca spirituale ma è intrapresa molto individualmente. La spiritualità non è vissuta in un orizzonte comunitario, ma viene coltivata come autorealizzazione personale”. Commentando il versetto 3,28 “Non c’è qui né giudeo né greco, né schiavo né libero, né uomo e donna, perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù”, il vescovo ha osservato: “Non è la tua appartenenza religiosa discriminante ma la tua appartenenza a Gesù. Non c’è un gruppo discriminante. Impara a riconoscere la vitalità di Gesù Cristo all’opera e le potenzialità di ogni persona”.

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