Salute mentale: Garlatti (Agia), “basta minorenni ricoverati con adulti. Aumentare numero posti letto di neuropsichiatria infantile, dare risposte adeguate per età”

“Accade in Italia che minorenni con problemi di salute mentale vengano ricoverati negli stessi reparti degli adulti. L’ultima segnalazione di un episodio del genere registrata dalle cronache è arrivata dal Veneto, ma secondo la Società di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza in media 6 minorenni su 10 vengono ricoverati in reparti inappropriati, tra cui quelli per gli adulti. È dal 2017 che l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza richiede particolare attenzione affinché si eviti che ragazzi di minore età con disturbo psichiatrico si trovino ricoverati in reparti di psichiatria per adulti per la carenza di strutture specifiche per l’età evolutiva. Una raccomandazione che, evidentemente, viene disattesa in violazione dei diritti di questi ragazzi”. Ad affermarlo è Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia). “A tal proposito, proprio di recente, all’esito della prima fase dello studio sull’impatto della pandemia sulla salute mentale dei minorenni condotto dall’Autorità in collaborazione con l’Istituto superiore di sanità – prosegue la garante -, ho chiesto che venga garantito su tutto il territorio nazionale un numero congruo di posti letto nei reparti di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. In Italia, stando ai dati del 2022 del Ministero della Salute, ci sono 403 posti letto in degenza ordinaria. Secondo la Società di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza ne servirebbero 700”.
“È indispensabile – conclude Garlatti – assicurare a bambini e ragazzi una presa in carico da parte dei servizi che sia in grado di dare risposte specifiche e appropriate alla loro età e alla fase di sviluppo che stanno attraversando. Infine, occorre garantire un’organizzazione omogenea su tutto il territorio nazionale dei servizi di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza al fine di superare le attuali differenze regionali, poiché ci sono regioni che risultano avere pochi posti letto o altre che non ne hanno per nulla”.

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