Attentati mafiosi: Meloni, “Cosa Nostra sferrò un altro colpo della sua strategia stragista” ma “il male non ha avuto l’ultima parola”

“Nella notte tra il 27 e il 28 luglio di trent’anni fa Cosa Nostra sferrò un altro colpo della sua strategia stragista ed eversiva contro lo Stato, la legislazione antimafia e il carcere duro. I mafiosi fecero esplodere tre autobombe, una a Milano in via Palestro e due a Roma davanti San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro. Il bilancio fu pesantissimo: cinque morti, decine di feriti e danni ingenti al patrimonio storico, culturale e religioso. Ci inchiniamo ancora una volta alla memoria delle vittime e rinnoviamo il nostro sentimento di vicinanza e solidarietà ai loro famigliari e ai loro cari”. Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, in occasione del trentennale degli attentati mafiosi.
“Nessuno potrà mai dimenticare quegli anni così difficili per la nostra Nazione, caratterizzati da feroci attentati e da una lunga scia di sangue e violenza”, ha proseguito il premier, rilevando che “il male non ha avuto l’ultima parola. Dal dolore, dalla sofferenza e dal sacrificio di figure straordinarie come Paolo Borsellino e Giovanni Falcone è nata una nuova luce, un movimento sociale e culturale che ha contrapposto il profumo della libertà al tanfo irrespirabile della criminalità organizzata”. “In questi trent’anni – ha osservato Meloni – la Nazione ha maturato la consapevolezza che le mafie possono essere sconfitte. Una consapevolezza che lo Stato e le Istituzioni hanno saputo declinare in un corpo di strumenti giuridici, tecnici e operativi che hanno consentito di contrastare il fenomeno mafioso e reso l’Italia un modello a livello internazionale”.
“Combattere la mafia – ha concluso il presidente del Consiglio – è la questione morale che orienta l’azione quotidiana del Governo. È la bussola che guida il nostro lavoro e che ci consente di proseguire nel cammino intrapreso per adeguare la legislazione antimafia e renderla sempre più incisiva e capace di rispondere alle nuove sfide del crimine organizzato”.

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