Cristiani e politica: Patton (Custode Terra Santa), “autentico impegno politico dei cristiani traduce la fede in responsabilità pubblica”

(Illustrazione Fabio Vettori)

Il principio del “‘Date a Cesare quel che è di Cesare e date a Dio quel che è di Dio’ non propone né una cieca obbedienza a qualunque forma di Stato (questa è l’obbedienza richiesta dagli stati totalitari e dalle dittature di ogni epoca), né una riduzione della dimensione religiosa ai soli atti di culto (i cristiani rinchiusi in sacrestia e privi di diritto di parola in ambito pubblico)”. Lo ribadisce il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, nella sua meditazione al Vangelo della Domenica (22 ottobre), diffusa nella sua rubrica sul settimanale della diocesi di Trento, “Vita Trentina”, accompagnata dalle illustrazioni di Fabio Vettori. “Fin dalla prima generazione – scrive Patton – i cristiani concepiscono il culto come una realtà che dà forma alla vita di tutti i giorni, sono impegnati per il bene degli Stati nei quali vivono ma anche radicalmente critici nei confronti di quelle autorità che propongono l’adorazione dello Stato stesso, del re o dell’imperatore”. Spiega il Custode: “Gesù nel Vangelo non propone una contrapposizione, ma fa chiarezza: il discepolo non vive la dimensione dell’impegno religioso in una modalità dissociata dall’impegno politico. Il cristiano che deve dare a Cesare quel che è di Cesare è lo stesso che in certe circostanze deve fare obiezione di coscienza, anche a rischio della vita, e alzarsi in piedi per opporsi con tutto se stesso a qualunque Cesare (cioè a qualunque potere politico), che pretenda di sostituirsi a Dio (ad esempio nel voler disporre della vita di una persona umana!). Ed è al tempo stesso il cristiano che deve opporsi pure a eventuali tentativi del potere religioso di assorbire in sé il potere politico (come fanno gli stati teocratici!)”. L’autentico impegno politico dei cristiani diventa, conclude il francescano, “un modo per tradurre la fede in responsabilità pubblica, la carità in operosità dentro la società, la speranza in paziente attesa del compimento della storia”.

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