Diocesi: Grosseto. Visita di mons. Agostinelli alle Misericordie della Maremma

Nella serata di giovedì 29 settembre, la nuova sede dell’Arcioconfraternita di Misericordia, in via degli apostoli, a Grosseto, ha aperto le porte a mons. Franco Agostinelli, attuale correttore nazionale delle Misericordie d’Italia. Assieme al governatore Edoardo Boggi, ai membri del consiglio e a un nutrito numero di volontari, ad attendere mons. Agostinelli c’erano anche il vescovo mons. Giovanni Roncari, don Claudio Piccinini, correttore dell’arciconfraternita di Grosseto, don Franco Cencioni, socio da sempre e in passato anche correttore, nonché Roberto Cerulli, da poco riconfermato presidente del comitato delle Misericordie della provincia di Grosseto. L’occasione della visita è il “tour” che mons. Agostinelli sta compiendo in tutte le confraternite della Misericordia diffuse in tutta Italia. È già stato in Liguria, in Emilia Romagna, ora in Toscana, poi sarà in Calabria. Da poco più di un anno è stata acquistata dalla Misericordia una nuova sede. “Non è stata una scelta facile – ha detto il governatore Edoardo Boggi – ma poi ci siamo detti che i luoghi li fanno le persone e qui o in centro non cambia la missione dell’arciconfraternita. Avere tutti i servizi in un’unica sede, fra l’altro, permette a tutti i volontari di conoscersi di più, di socializzare, di condividere momenti anche ricreativi intessendo rapporti umani più solidi”. Rapporti che sono indispensabili per sostenere l’impegno quotidiano che la Misericordia porta avanti, come attestano i numeri, che parlano di interventi che in un anno oscillano fra i 10mila e i 13mila. Nel suo intervento, mons. Agostinelli ha sottolineato l’importanza della “formazione spirituale”. “Il vento della secolarizzazione non risparmia neppure le realtà ecclesiali – ha esordito il presule – allora occorre ricordare chi siamo, da dove veniamo, qual è il nostro cammino, qual è la nostra identità”. “Ci sono altre associazioni similari alle nostre che fanno egregiamente il loro compito, ma ciò che ci distingue l’anima con cui noi le facciamo”.

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