Papa in Kazakhstan: incontro religioni mondiali, no a “sviluppo insostenibile” e “consumismo che stordisce”

“Riflettere sul nostro ruolo nello sviluppo spirituale e sociale dell’umanità durante il periodo post-pandemico”. E’ questo, per il Papa, l’obiettivo principale del Congresso dei leader religiosi mondiali e tradizionali, che si è aperto oggi a Nur-Sultan. “Il Covid-19 ci ha messo tutti sullo stesso piano”, ha ricordato Francesco: “tutti ci siamo sentiti fragili, tutti bisognosi di assistenza; nessuno pienamente autonomo, nessuno completamente autosufficiente”. “Ora, però, non possiamo dilapidare il bisogno di solidarietà che abbiamo avvertito andando avanti come se nulla fosse successo, senza lasciarci interpellare dall’esigenza di affrontare insieme le urgenze che riguardano tutti.”, l’appello del Papa: “A ciò le religioni non devono essere indifferenti: sono chiamate a stare in prima linea, ad essere promotrici di unità di fronte a prove che rischiano di dividere ancora di più la famiglia umana”. Nello specifico, ha spiegato Francesco, “sta a noi, che crediamo nel Divino, aiutare i fratelli e le sorelle della nostra epoca a non dimenticare la vulnerabilità che ci caratterizza: a non cadere in false presunzioni di onnipotenza suscitate da progressi tecnici ed economici, che da soli non bastano; a non farsi imbrigliare nei lacci del profitto e del guadagno, quasi fossero i rimedi a tutti i mali; a non assecondare uno sviluppo insostenibile che non rispetti i limiti imposti dal creato; a non lasciarsi anestetizzare dal consumismo che stordisce, perché i beni sono per l’uomo e non l’uomo per i beni. Insomma, la nostra comune vulnerabilità, emersa durante la pandemia, dovrebbe stimolarci a non andare avanti come prima, ma con più umiltà e lungimiranza”.

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