Diocesi: mons. Oliva (Locri-Gerace), “il simbolo della croce rischia di essere spazzato via o strumentalizzato da una moda consumistica”

“Maria e la Croce contengono il segreto di una storia millenaria di fede e di devozione, ma anche di grande sofferenza. È la sofferenza della nostra gente semplice e accogliente, laboriosa e fedele, la sofferenza delle famiglie, che accolgono nelle loro case la carne sofferente di Cristo in un parente malato o disabile o anziano”. Lo ha detto questa mattina mons. Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, nella messa celebrata al santuario della Madonna di Polsi, nel giorno in cui la Chiesa celebra l’esaltazione della Croce. “Chiedo a tutti voi qui venuti tra mille difficoltà a rinnovare la propria devozione alla Croce di Cristo e ad accogliere le mille croci che s’incontrano nella vita quotidiana e ad offrire se stessi come dono nel servizio ai fratelli ed alla comunità”. La diocesi locrese sta vivendo un particolare anno mariano. “In questo Anno vivremo con più intensità la nostra vicinanza a Maria, la Madre che ama tutti ed invita a camminare con coraggio e fiducia incontro al Padre di misericordia”, ha detto mons. Oliva. Riflettendo sulle sette parole pronunciate da Gesù in croce, il presule ha sottolineato che “il segreto del perdono sta nell’amore immenso che promana dalla persona di Gesù, un amore che sa capire la debolezza, che non conosce la vendetta, che non condanna, che vede negli altri anche il poco o molto bene compiuto. Sono parole di speranza per tutti”. Da qui l’esortazione: “Non lasciamoci rubare la croce di Gesù nostro Signore”. “Il simbolo della croce – l’aggiunta – oggi rischia di essere spazzato via o peggio strumentalizzato da una moda consumistica. Pur avendolo sempre con noi dimentichiamo che esso è ’opera di amore, di donazione e di offerta’. La croce di Gesù c’invita a volgere lo sguardo a tutti i crocifissi della terra”.

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