G7: mons. Treanor (Belfast) su Brexit e Irlanda del Nord, “anche nei negoziati tecnici i politici siano protettori e promotori di riconciliazione”

“Salvaguardare e promuovere l’Accordo del Venerdì Santo e il processo di riconciliazione, dialogo, incontro e cooperazione fra i partiti politici e fra tutte le organizzazioni della società civile che quell’Accordo ha avviato”. A chiederlo a tutti i leader politici è mons. Noel Treanor, vescovo di Down and Connor (Belfast, Irlanda del Nord), alla vigilia del vertice dei leader del G7 e a poche ore dal faccia a faccia tra il presidente americano Joe Biden e il premier britannico Boris Johnson, svoltosi a Carbis Bay, in Cornovaglia. “La politica è necessaria perché la riconciliazione e la pacificazione siano possibili”, dice il vescovo. “Chiediamo pertanto ai politici di essere protettori e promotori di riconciliazione e di pacificazione”. Mons. Treanor ripercorre il difficilissimo processo di divorzio di Londra da Bruxelles e il Protocollo sull’Irlanda del Nord e sui controlli amministrativi e doganali delle merci in transito al confine. Il vescovo fa notare come questi accordi hanno un impatto su “identità e appartenenza”. Per questo, ai politici chiede di fare massima attenzione. “Anche in questi ultimi mesi – ricorda Treanor – le chiese sono state impegnate a sostenere e promuovere sul terreno il dialogo, l’incontro e la comprensione tra i cittadini. Il nostro appello è radicato in questa esperienza e chiede alla classe politica di fare tutto il possibile affinchè i negoziati tecnici che si stanno portando avanti in questo momento, possano non minare la fiducia e mettano al centro il benessere dei cittadini.  La riconciliazione e la pacificazione sono un processo in continuo divenire e non acquisito per sempre e pertanto hanno bisogno del sostegno e dell’accompagnamento da parte di Londra, Belfast, Dublino, Washigton e Bruxelles. La grande maggioranza della società in Irlanda del Nord non vuole tornare al passato. I giovani, nati negli anni ‘80 e ‘90, non hanno nessuna memoria di quella pagina di sangue e violenza. C’è una nuova sensibilità che vuole pace e riconciliazione. Il contesto oggi è molto diverso e va favorito. Ciò non toglie la necessità di guarire la memoria perché tante famiglie hanno perso dei loro cari, a causa delle bombe, della violenza e del terrorismo e questo dolore ha bisogno oggi di essere sanato”.

 

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